L’ANCI esprime forte preoccupazione ed invita il Governo a non dare parere positivo su due emendamenti al ddl concorrenza (A.S.2469) all’esame della Commissione Industria del Senato, che rischiano da un lato di compromettere una gestione integrata del servizio integrato dei rifiuti e dall’altro di arrecare un grave danno ai bilanci dei Comuni.
Il riferimento è alla proposta di emendamento (12.18) che prevede uno spacchettamento del servizio integrato con la previsione di rendere obbligatoriamente disponibili sul mercato le attività di recupero e smaltimento, erogabili in regime di libero mercato. “Questa previsione – dichiara Carlo Salvemini, sindaco di Lecce e delegato Anci ai rifiuti – stravolge di fatto il significato di servizio integrato ed impatta su società private e pubbliche, con particolare riferimento alle società in house che hanno investito e stanno investendo in impiantistica di supporto (compostaggio in primis), e, verosimilmente, anche per le multiutility.
Il rischio è che le già difficili operazioni di realizzazioni di impianti da parte degli ambiti territoriali ottimali (ATO) possano essere ulteriormente rallentate per via dell’incertezza del rientro dei finanziamenti. Non va in proposito dimenticato il grave deficit di impiantistica che caratterizza ampie aree del Paese (peraltro oggetto di massicci investimenti in ambito PNRR) e necessita di incentivi e semplificazioni, non certo di ulteriori freni. Più in generale – continua Salvemini – l’impianto normativo proposto interviene con una visione di sfavore verso la gestione integrata dei rifiuti; una visione fondata sulla integrazione verticale del processo di gestione sotto la responsabilità di un unico soggetto che garantisce la filiera di gestione e in particolare del recupero”.
“A fronte ai risparmi certi di una gestione integrata (che nel mercato della produzione dei beni e dei servizi costituisce un valore aggiunto universalmente riconosciuto in sistemi unitari che controllano tutta la catena del valore), viene proposta una alternativa ‘ideologica’ e meno efficiente, contando in un vantaggio incerto derivante da un mercato ancora immaturo. Il secondo emendamento invece (12.1.) – conclude il sindaco di Lecce – esclude dal prelievo. Tari tutti le aree adibite a magazzini delle attività produttive, compresi quelli relativi alle merci e ai prodotti finiti, con il rischio grave e concreto di una perdita di gettito molto elevata che il Governo deve compensare immediatamente. Chiediamo al Governo di non avallare tali proposte”. (ITALPRESS).
fonte foto: governo.it