All’Angelus della domenica, Papa Bergoglio torna a pregare ancora una volta per la pace, sollecitando il cessate il fuoco in Ucraina e condannando una guerra che distrugge non solo gli sconfitti ma anche i vincitori: “Anziché fermarsi, la guerra si è inasprita. È triste che in questi giorni, i più santi e solenni per tutti i cristiani, si senta più il fragore mortale delle armi, anziché il suono delle campane che annunciano la Resurrezione, è triste che le armi stiano sempre più prendendo il posto della parola”.
“Rinnovo l’appello a una tregua pasquale, segno minimo e tangibile di una volontà di pace, si arresti l’attacco per venire incontro alle sofferenze della popolazione stremata”.
“A tutti – prosegue – chiedo di avere il coraggio di manifestare che la pace è possibile, i leader ascoltino la voce della gente che vuole la pace e non l’escalation del conflitto”. Si sofferma poi sulla risurrezione di Gesù: “Come si fa a credere che Gesù è risorto senza averlo visto o toccato? Anche noi siamo come Tommaso, con gli stessi dubbi. Non dobbiamo vergognarci di questo: il Signore non cerca cristiani perfetti. Io ho paura quando vedo associazioni che si credono perfetti”.
“Il Signore non cerca cristiani che ostentano fede sicura, l’avventura della Fede è fatta di luci e ombre. Conosce tempi di entusiasmo ma anche stanchezze e smarrimenti – prosegue il Santo Padre – Il Vangelo ci mostra la crisi di Tommaso per dirci che non dobbiamo temere le crisi della Fede. Tante volte ci rendono umili, ravvivano il bisogno di Dio e di fare nuovamente esperienza del suo amore. È meglio una Fede imperfetta ma umile, di una Fede forte ma presuntuosa che rende arroganti”.