Dall’inizio del conflitto sono caduti alcuni “dogmi” tra cui il rifugio nei titoli di Stato che hanno risentito grandemente sia dell’inflazione, che ha espresso numeri molto sopra le attese, sia della guerra. E le Borse? Hanno tenuto bene. Wall Street dall’inizio del conflitto è positiva del 2%; l’Eurostoxx 600 è pressoché invariato.
Per capire quanto sta accadendo bisogna guardare a quanto era già “in nuce” prima che scoppiasse il conflitto, ovvero il mare di liquidità immesso nel sistema dalle Banche Centrali. Ciò che sembra preoccupare maggiormente i mercati infatti, non è il conflitto, ma sono gli effetti che esso sta avendo e che avrà sull’inflazione, che ha raggiunto l’8,5% negli Stati Uniti ed il 7,5% in Europa. Ed ecco allora che lo scenario appare più chiaro : di fronte al tracollo dei titoli di stato i “beni rifugio” diventano le Borse.
Molti esperti del settore, tra cui Noia di Credit Suisse, Head of Third Parties Distribution hanno sostenuto e sostengono la necessità di “irrobustire” il portafoglio con le commodity, portando l’inflazione a lavorare per noi.
Commodities, decorrelazione e performance da capogiro
Dove si rompe un equilibrio, si creano nuove opportunità. Si potrebbe sintetizzare così la capacità endogena dei mercati di “autoaggiustarsi”: se qualcuno vende a prezzi bassi, magari colto dalla paura, c’è sempre qualche controparte che compra a prezzi altrettanto bassi.
L’esperto dii Credit Suisse ha recentemente spiegato- in un’intervista rilasciata a Repubblica -che ad inizio 2022 nella casa d’investimento per cui lavoro hanno inserito due scelte forti: commodity e infrastrutture.
“Le commodity sono l’asset class migliore per portare l’inflazione a lavorare per noi, comprando commodity l’inflazione non diventa un nemico ma un amico, e le commodity sono anche l’asset class maggiormente decorrellata con le altre attività presenti normalmente nel portafoglio”.
Energia alternativa, una necessità
Se le commodity, gli energetici e le materie prime stanno esprimendo numeri impressionanti, non si può comunque evitare di pensare al futuro, soprattutto energetico. Anzi, i due dati (quello della forza con cui sono rientrati gli energetici classici nei portafogli e al centro dell’attenzione e la necessità di investire nelle rinnovabili), si rafforzano a vicenda. Il mondo del futuro funzionerà sempre di più ad energia elettrica, con le rinnovabili. Secondo le stime dell’International Energy Agency infatti, entro il 2050 le energie alternative dovrebbero arrivare a generare circa l’80% del mix energetico, rispetto al 38% di oggi.