Più di 5 italiani su dieci (54%) prediligono i prodotti di origine vegetale. Verdura, legumi, frutta secca e cereali sono alla base della dieta Mediterranea, riconosciuta come modello di una corretta alimentazione e come base per uno stile di vita sano ed eco-sostenibile. Il 21% li acquista abitualmente e il 33% occasionalmente. In generale, i consumatori li comprano per motivi nutrizionali (40%) o per il gusto (30%) e, una volta provati, diventano consumatori (circa 4 su 10 sono user abituali e altrettanti occasionali).
È la foto scattata dalla prima ricerca italiana sugli alimenti a base vegetale, condotta da Bva-Doxa per il Gruppo Prodotti a base vegetale di Unione Italiana Food. Sei italiani su 10 dichiarano di aver cambiato il proprio modo di mangiare negli ultimi 5 anni (percentuale che sale al 66% fra gli under 35). Quattro su 10 hanno aumentato il consumo di frutta e verdura, mentre 3 su 10 hanno ridotto quello di carne (32% del totale, che sale a 37% per gli over 55).
A guidare i cambiamenti a tavola sono soprattutto la maggiore attenzione alla cura di salute e benessere (67% degli intervistati); ragioni legate all’impatto ambientale del cibo (19%), il desiderio di concedersi più sfizi (18%), il risparmio economico (16%), ragioni etiche (12%) e allergie/intolleranze (11%). Oltre 6 su 10 conoscono il loro apporto nutrizionale, perché leggono sempre le etichette fronte pacco (29%), si informano approfonditamente al riguardo (17%) o ne parlano con il proprio medico/nutrizionista (10%). Quattro italiani su 10 scelgono questi prodotti per il contenuto nutrizionale e i pochi grassi (lo pensano soprattutto gli uomini, il 44%), mentre il 34% li preferisce perché garantiscono una grande varietà di scelta.
Solo 1 italiano su 10 (11%) ha dichiarato di non averli graditi, mentre gli altri ne apprezzano il sapore, riconoscendone la natura vegetale (32%, che sale al 36% tra le donne) e la piacevolezza al palato (28%, che sale al 32% tra gli under 35). Un’altra caratteristica distintiva dei prodotti a base vegetale nelle scelte d’acquisto, soprattutto tra i più giovani (under 35), è il profilo sostenibile di questi alimenti: 1 su 2 pensa che si tratti di cibi amici dell’ambiente, con una impronta ecologica tra le più basse del mondo alimentare (per il 47%), mentre il 46% del campione li apprezza perché richiedono un minore impiego di risorse naturali.