mercoledì, 18 Dicembre, 2024
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La Pasqua non placa il conflitto. Si teme per Mariupol

L’appello del Papa e delle associazioni umanitarie per una tregua pasquale del conflitto in Ucraina è rimasto inascoltato. E sale il bilancio delle vittime tra i bambini, 362 feriti e 205 morti, secondo i dati ufficiali diffusi dal procuratore generale dell’Ucraina, Iryna Venediktova.

Intanto, Mariupol, sotto assedio da più di 50 giorni, continua a resistere e rifiuta la proposta di resa giunta dalle forze russe che ora minacciano di eliminarli. “Le truppe russe si stanno preparando per un’operazione offensiva nell’est del nostro paese, inizierà nel prossimo futuro”, ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un video. “Vogliono letteralmente eliminare e distruggere il Donbass”, ha aggiunto. Intanto la situazione nella città di Mariupol è critica. Ieri Mosca ha proposto ai combattenti ucraini che si trovano nell’acciaieria Azovstal di deporre le armi e arrendersi per salvarsi la vita. Gli ucraini, però, hanno rifiutato: intendono resistere.

La situazione umanitaria nella città, però, è drammatica, Mariupol è allo stremo. Ieri la vicepremier ucraina, Iryna Vereshchuk, aveva fatto sapere che per la giornata non erano stati concordati corridoi umanitari ma aveva anche lanciato un appello chiedendo l’evacuazione dei civili proprio da Mariupol. Secondo l’ultimo aggiornamento dell’intelligence britannica, diffuso dal Ministero della Difesa del Regno Unito, “lo sforzo per catturare Mariupol ha avuto un costo significativo per i suoi residenti. Ampie aree di infrastrutture – si legge nell’aggiornamento – sono state distrutte mentre la popolazione ha subito perdite significative”. Tuttavia, secondo l’intelligence, la resistenza ucraina “ha messo a dura prova le forze russe”.

Per Zelensky però non finisce qui: “Proprio mentre le truppe russe stanno distruggendo Mariupol – ha detto -, vogliono spazzare via altre città e comunità nelle regioni di Donetsk e Lugansk”. Il presidente ucraino ha espresso gratitudine per il supporto dei paesi partner ma “coloro che hanno le armi e le munizioni di cui abbiamo bisogno e ritardano la loro fornitura – ha evidenziato – devono sapere che il destino di questa battaglia dipende anche da loro”.

Per Zelensky “ogni ritardo nelle armi, ogni ritardo politico è un permesso per la Russia di togliere la vita agli ucraini”. Nel frattempo, nelle scorse ore sono continuati i bombardamenti a Kharkiv, nell’est del paese, e stamattina il sindaco di Leopoli, Andriy Sadovyi, ha comunicato sul suo canale Telegram che sono stati registrati cinque attacchi missilistici verso la città, che si trova nell’ovest dell’Ucraina. Le armi, quindi, non tacciono e una tregua non sembra ancora essere vicina, mentre cadono nel vuoto gli appelli per la pace. “Si scelga la pace”, ha detto Papa Francesco nel suo messaggio Urbi et Orbi nel giorno di Pasqua. “Si smetta di mostrare i muscoli – ha continuato – mentre la gente soffre. Per favore, non abituiamoci alla guerra, impegniamoci tutti a chiedere a gran voce la pace, dai balconi e per le strade. Chi ha la responsabilità delle Nazioni ascolti il grido di pace della gente”, ha affermato il Pontefice che, citando il manifesto Russell-Einstein del 1955, ha chiesto che venga ascoltata “quella inquietante domanda posta dagli scienziati quasi settant’anni fa: ‘Metteremo fine al genere umano o l’umanità saprà rinunciare alla guerra?'”.

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