Varata la fatturazione elettronica ai soggetti forfettari ora deve esserci anche una semplificazione degli adempimenti fiscali a carico delle imprese. È la richiesta della Confartigianato in risposta alla misura contenuta nel Decreto legge sul Piano nazionale di Ripresa varato dal Governo. Piano che introduce l’adempimento per i soggetti di più ridotte dimensioni, con una apprezzabile attenzione alle imprese fino a 25 mila euro di ricavi per le quali l’avvio sarebbe ritardato al 2024.
Ridurre i troppi adempimenti
“L’obbligo di fatturazione elettronica per tutte le partite Iva”, sottolinea il Presidente di Confartigianato Marco Granelli, “consente all’Amministrazione finanziaria una conoscenza, in tempo reale, dei comportamenti dei contribuenti, per quanto riguarda sia le vendite che gli acquisti, e di conseguenza va accompagnata con una drastica eliminazione di adempimenti che nel tempo si sono stratificati con finalità di contrasto all’evasione”.
Le richieste di Confartigianato
In particolare, il presidente di Confartigianato indica la necessità di abrogare il sistema del reverse charge in edilizia e quello dello split payment, di ridurre la ritenuta sui bonifici bancari relativi a spese che danno diritto a detrazioni, di eliminare l’obbligo di trasmissione delle liquidazioni periodiche IVA e innalzare il limite di compensazione dei crediti fiscali in assenza di visto.
Più tempo per gli adeguamenti
Secondo Granelli, “è anche opportuno posticipare al 1° gennaio 2023 la partenza del nuovo adempimento, considerato il breve tempo a disposizione delle imprese per adeguare i propri comportamenti”, conclude il presidente della Confartigianato, “poco più di due mesi alla data di avvio dell’obbligo, ed anche per evitare di ‘spezzare’ il periodo d’imposta in due tronconi, sei mesi con fatture cartacee e altrettanti con fatture elettroniche”.