sabato, 16 Novembre, 2024
Politica

La guerra riduce ma non azzera le prospettive di crescita. Draghi: nuovi aiuti a famiglie e imprese. Niente extradeficit

La ripresa dell’Italia frena di fronte allo sferzare dei venti di guerra e l’incertezza delle economie globali. Ieri la Cabina di regia – l’organo che predispone le soluzioni tecniche al Consiglio dei ministri – riunita sotto la presidenza di Mario Draghi e il successivo Cdm hanno preso atto delle difficoltà sopravvenute approvando alla unanimità un Documento economico e finanziario (Def). Draghi ha annunciato nuovi aiuti e sostegni a famiglie e imprese ma all’interno del bilancio, senza quell’extra deficit invocato dai partiti. I paletti posti da Draghi e dal ministro Daniele Franco per ora reggono.

Draghi, futuro meno positivo

Il premier dopo il Cdm ha tenuto una conferenza stampa con il ministro Franco.
“I consumatori e le imprese vedono oggi un futuro meno positivo”, ha esordito Draghi, “Non accade solo da noi, ma da noi accade in maniera significativa. Faremo tutto quello che è necessario, all’interno di una cornice di decisioni europee. I cittadini vogliono vedere unità di intenti”. Il premier ha invocato
l’esperienza di unità nazionale vista con la pandemia”.

Nuovi aiuti a famiglie e imprese

Il premier ha insistito sui prossimi sostegni. “Faremo tutto ciò che è necessario per aiutare famiglie e imprese all’interno della cornice europea. La disponibilità del governo c’è ed è totale”.
“Siamo molto consapevoli del disagio sociale, soprattutto per chi teme l’impatto dell’inflazione e siamo pronti e intervenire”, ha promesso Draghi, “L’abbiamo già fatto nel recente passato, sono stati stanziati 15,5 miliardi. Nelle prossime settimane comprenderemo meglio le dimensioni dell’intervento necessario e come finanziarlo”:

Il premier puntualizza

Su un tema Draghi ha insistito.
“Una cosa fondamentale”, ha puntualizzato, “è il messaggio che il governo e in generale la maggioranza devono dare in termini di fiducia che promana dal governo, dal Parlamento e dalla maggioranza. Le circostanze hanno offuscato le prospettive ma anche la capacità di esprimere l’indirizzo di politica e di economia è una strada che ci deve portare a affermare la governabilità che si esprime con decisione e unità di intenti che è quello che vogliono vedere i cittadini: fra la riaffermazione dei vari partiti e l’unità di intenti sono sicuro che i cittadini scelgono la seconda”.

Deficit le nuove stime

“L’andamento dei conti l’anno scorso è stato migliore delle attese, anche quest’anno è piuttosto buono”, ha osservato il ministro Daniele Franco. Il governo ha fissato il deficit tendenziale 5,1 e confermato gli obiettivi di finanza pubblica della Nadef del 5,6%, “Una scelta di prudenza”, ha commentato il ministro, ricordando che c’è comunque un “margine di azione di mezzo punto prodotto”, che verrà usato in una manovra “espansiva per spingere la crescita”.
“Oggi”, ha fatto ancora presente Franco, “ricordo che con decreto ministeriale firmato da me e dal ministro Cingolani abbiamo esteso di 10 giorni l’abbattimento di 25 centesimi dell’accisa su benzina e gasolio utilizzando il sovra-gettito iva, quindi l’abbattimento dell’accisa viene esteso da oggi al 2 maggio”.

Le decisioni del Cdm

L’idea di Draghi e del ministro dell’economia Daniele Franco è quella di rimanere nei paletti di un deficit gestibile, nel 2022 per oltre 9 miliardi, senza scostamento. Quindi niente extra deficit che sarebbe una spina nel fianco di una ripresa nel segno di equilibrio di bilancio, di un Piano nazionale di Ripresa che non subirebbe limitazioni e cambi, e non ultimo sui binari contabili stabiliti dall’Europa. Nelle casse dello Stato per i aiuti e sostegni, secondo questo percorso di Draghi e Franco, rimangono 9.5 miliardi, a cui fanno sottratti gli oltre 4 già impegnati contro il costi dell’energia e il caro bollette, i restanti 5 miliardi, dovranno servire per i nuovi aiuti chiesti da Associazioni di categoria e sindacati, e per fronteggiare nuove emergenze. Gli aiuti stando al ruolino di marcia dell’Esecutivo, saranno messi a punto dopo la metà di aprile, quando anche il dibattito politico e Parlamentare avrà deciso sul Def. Nel frattempo ieri dalle indiscrezioni sono emerse le priorità, ad esempio, il contenimento dei prezzi di carburanti ed energia; poi fondi per “coprire l’incremento dei prezzi delle opere pubbliche”; una terza misura gradita alle Associazioni di categoria riguarda un aumento di incentivi per le garanzie sul credito. Un capitolo a parte sono le misure per l’accoglienza e assistenza dei profughi ucraini e “per alleviare l’impatto economico del conflitto sulle aziende italiane”. Nei conti fatti dai partiti però non sono sufficienti i 3-4 miliardi avanzati per coprire la mole di interventi necessari per il Paese nei prossimi mesi.

Lo scenario, quello peggiore

Molte le valutazioni fatte dal Ministero dell’Economia, fino a ipotizzare lo scenario più duro.
Se la Russia bloccasse l’export di gas e petrolio da adesso a fine 2023, i prezzi energetici salirebbero con un impatto sul Pil di 0,8 punti percentuali nel 2022 e 1,1 punti nel 2023. E l’occupazione calerebbe di 0,6 punti quest’anno e 0,7 nel 2023. In uno scenario peggiore, ovvero se vi fosse lo stop russo all’energia e l’Italia non riuscisse a diversificare gli approvvigionamenti come programmato, considerando anche “la quota parte di consumi di gas da razionare”, l’impatto sul Pil sarebbe di 2,3 punti nel 2022 e 1,9 nel 2023. L’occupazione sarebbe più bassa di 1,3 punti quest’anno e 1,2 nel 2023.

Il pressing dei partiti

Malgrado il varo unanime del Cdm i partiti sono tornati a fare pressing su Draghi per “liberare risorse” e quindi attuare uno scostamento di bilancio. Si chiede uno scostamento da 15-20 miliardi successivi al Def. Per il Partito democratico fare più debiti in una situazione così delicata ed eccezionale non può essere un tabù. Una posizione che segue quella sollecitata da Lega e M5S che in modo esplicito da giorni sostengono la necessità di puntare su uno scostamento per parare i colpi dei pesanti effetti sulle attività produttive e famiglie italiane, della guerra in Ucraina. Al contrario Forza Italia e Italia Viva si mostrano meno propensi a percorrere la strada di un aumento del debito. La linea del Governo però è tracciata anche ieri il dibattito dei partiti non ha corretto di granché la posizione del premier Draghi, che viene descritta dei piccoli passi in modo da verificare volta per volta le necessità e se la realtà permetta un cambio di marcia. La scelta di un extra deficit non viene certo accantonata per principio, la filosofia di Draghi e del Ministero dell’economia è quella di una carta di riserva. Se le cose peggiorano al punto di emergenza economica, allora è possibile fare più debito.

fonte foto: governo.it

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