Sulla riforma del fisco, in dirittura d’arrivo, pesano un’ incognita e una certezza. L’imprevisto è nelle mani dei partiti della maggioranza che devono trovare una sintesi tra posizioni ancora divergenti. L’obiettivo è evitare un braccio di ferro come è già accaduto per la riforma del Catasto, con il Governo in salvo per un solo voto e la maggioranza spaccata. La certezza, invece, arriva con il dato Istat sulla pressione fiscale.
Sale la pressione fiscale
Anche per l’anno appena trascorso le tasse nel quarto trimestre del 2021, secondo i calcoli dell’Istituto di statistica, hanno raggiunto quota 51,8%. Ancora in crescita di 0,7 punti percentuali, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le tasse, soprattutto per piccole imprese e parte di italiani, crescono fino a superare la metà degli introiti. Non è certo una sorpresa ma la riforma che il premier Mario Draghi vuole varare senza sorprese, pone in cima agli obiettivi una “clausola di salvaguardia”, dalla riforma, infatti, “non deve derivare un incremento della pressione tributaria rispetto a quella derivante dall’applicazione della legislazione vigente”. Insomma stop alle tasse perché sono già ad un livello considerato insopportabile.
Fisco, le semplificazioni
Ieri i gruppi di maggioranza hanno preso in esame la bozza inviata dal Ministero dell’Economia e Finanze, e in serata è iniziato il dibattito di merito alla Commissione finanze della Camera. Il testo che ne uscirà sarà discusso in Parlamento dal 19 aprile. Nella riforma sono previste innovazioni e conferme. Tra le novità c’è l’uscita dal regime forfettario e chi lo farà potrà beneficiare di uno scivolo di due anni per approdare a quello ordinario, e “favorire l’emersione degli imponibili”; con un tetto fino a 65mila euro, ma la Lega chiede di alzarne il livello a 85 mila euro. Sarà comunque prevista un’imposta opzionale per chi supera il tetto di ricavi o compensi. Una quota del gettito della flat tax, come sollecitato dal Pd, sarà destinata a Comuni e Regioni sulla base della residenza dei contribuenti, “garantendo la neutralità finanziaria tra i vari livelli di governo interessati”.
Equa ridistribuzione
In commissione si dovrà decidere anche per autonomi e imprenditori, una “più equa ridistribuzione del carico fiscale nel corso del tempo, anche attraverso un meccanismo di progressiva mensilizzazione degli acconti e dei saldi e l’eventuale riduzione della ritenuta d’acconto, senza maggiori oneri per le finanze pubbliche”. E, come sottolineato la riforma, non deve in alcun modo prevedere “un incremento della pressione tributaria”.
Emendamenti e sintesi politica
Per ottenere una più ampia convergenza politica, nella riforma si prevede la “priorità per le società di persone, gli studi associati e le società tra professionisti”, nel graduale superamento dell’Irap, che il Governo è delegato ad attuare con i decreti legislativi.
Sanità, Irap e pensioni
Un passaggio significativo della riforma riguarda il superamento dell’Imposta regionale sulle attività produttive, (Irap) che dovrà garantire “gettiti in misura equivalente per le regioni che presentano squilibri di bilancio sanitario”, e per quelle “sottoposte a piani di rientro che, in base alla legislazione vigente, comportano l’applicazione, anche automatica, di aliquote dell’Irap a maggiori di quelle minime”. E, ancora, anche in questo passaggio si sottolinea che gli interventi “non devono generare aggravi di alcun tipo sui redditi da lavoro dipendente e da pensione”.
Sanzioni soft
Un aspetto su cui le forze politiche hanno lavorato molto è quello delle sanzioni amministrative, che ora devono garantire “gradualità e proporzionalità” rispetto alla gravità delle violazioni commesse, “con particolare attenzione alle violazioni formali o meramente formali”.
Spese tracciabili e rimborsi
Torna il Cashback fiscale, questa volta con una priorità sulle spese sociosanitarie, “senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica”, su acquisti tracciabili di beni e servizi detraibili, i rimborsi saranno erogati direttamente tramite piattaforme telematiche. Nel riordino delle deduzioni e delle detrazioni, si prevede poi che “le risorse derivanti dalla loro eventuale eliminazione o rimodulazione”, siano destinate ai contribuenti Irpef “con particolare riferimento a quelli con redditi medio-bassi”.
Controlli sui conti
Se da una parte il fisco apparirà più attento a non vessare i cittadini, dall’altra l’azione dei controlli si potrà estendere ovunque. La razionalizzazione e la semplificazione del sistema tributario, passerà anche attraverso il “rigoroso rispetto” per il Fisco di richiedere al contribuente documenti già in possesso delle amministrazioni pubbliche. Ci sarà va poi il pieno utilizzo dei dati resi disponibili “dalla fatturazione elettronica e dalla trasmissione telematica dei corrispettivi, nonché alla piena realizzazione dell’interoperabilità delle banche dati”.
Evasione e intelligenza artificiale
La lotta all’evasione avrà poi nuovi alleati, la pubblica amministrazione metterà in campo algoritmi ed esclusivi sistemi di controllo, “anche attraverso la piena utilizzazione dei dati”, di evidenzia nel documento in discussione in Commissione, “che affluiscono al sistema informativo dell’anagrafe tributaria, il potenziamento dell’analisi del rischio, il ricorso alle tecnologie digitali e alle soluzioni di intelligenza artificiale”.