domenica, 17 Novembre, 2024
Società

La nascita delle organizzazioni internazionali

L’Italia del dopo-guerra è stata coprotagonista nel promuovere e favorire le organizzazioni internazionali per fini di pace, di giustizia e di benessere, anche limitando la propria sovranità, come consacrato nell’articolo 11 della nostra Costituzione.
Lo spirito che ha animato la costruzione di importanti organzzazioni internazionali è stato  quello di contribuire ad evitare il ripetersi di conflitti di ogni tipo, pensando ad eliminare barriere, ad un miglioramento costante delle condizioni di vita e di occupazione dei rispettivi popoli, per uno sviluppo armonioso, riducendo disparità e ritardi verso quelle nazioni meno favorite.È il 26 giugno del 1945 che nasce l’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite), con sede a New York ed obiettivi principali: il mantenimento della pace e della sicurezza mondiale, sviluppare relazioni amichevoli tra le Nazioni, perseguire una cooperazione internazionale, favorendo l’armonizzazione delle varie azioni compiute a questi scopi dai suoi membri, nonché promuovere il rispetto dei diritti umani in tutto il mondo.
Attualmente gli Stati membri sono 193, di cui l’ultimo Stato ammesso è il Sud Sudan, il 14 luglio 2011, mentre l’Italia  è entrata a farvi parte il 14 dicembre del 1955.

Tra i successivi più importanti impegni post-bellici che hanno caratterizzato il duro lavoro di tessitura dell’Italia con altri Stati vi è, sicuramente, da annoverare il “Patto Atlantico” con la fondazione della NATO, alleanza politica e militare finalizzata a consultarsi e cooperare nel campo della sicurezza e della difesa, prestandosi reciproco aiuto ed assistenza, anche militare, in caso di aggressione.

Esso venne firmato il 4 aprile del 1949 a Washington tra Inghilterra, Francia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Italia, Portogallo, Danimarca, Norvegia, Islanda, Canada e Stati Uniti. La Repubblica federale tedesca entra a farvi parte subito dopo quattro giorni dall’ottenimento della sovranità nazionale in data 5 maggio del 1955. Attualmente riunisce 30 Paesi membri ed ha il quartier generale in Belgio.

Ancora prima, in data 16 aprile 1948, nasceva l’OECE che, dal 30 settembre 1961, si trasformava nell’attuale OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), con sede a Parigi. E’ un’ assemblea consultiva per il confronto sulle esperienze politiche, per la risoluzione dei problemi comuni, l’identificazione di pratiche commerciali e il coordinamento delle politiche locali e internazionali dei Paesi membri, attualmente 38 di cui gli ultimi ad avervi aderito sono la Lituania (5 luglio2018), la Colombia (28 aprile 2020) e la Costa Rica (25 maggio 2021).
La liberalizzazione venne estesa agli scambi industriali e dei movimenti dei capitali facilitati dalla creazione, nel 1950, dell’UEP (Unione Europea dei Pagamenti) col riconoscimento della compensazione dei crediti in una moneta europea di uno Stato membro verso l’altro.

Le intese con i sei Stati membri: Italia, Belgio, Francia, Germania Ovest, Lussemburgo e `Olanda si ampliano sempre più e si integrano con la nascita di nuovi accordi come la CECA (Comunità Economica del Carbone e dell’Acciaio) il 18 aprile 1951, col Trattato di Parigi ed a Roma il 25 ottobre del 1957 ove nasce la CEE (Comunità Economica Europea). La CECA ha poteri sovranazionali sulla produzione, distribuzione e commercio del carbone e dell’acciaio, mentre la CEE ha come obiettivo quello di creare un Mercato Comune Europeo (MEC) in cui manodopera, merci e capitali possano circolare liberamente.

Il Piano Marshall, dal nome del Sottosegretario di Stato americano nasce nell’aprile del 1948 con la prima firma della convenzione per la cooperazione economica, entrata in vigore il successivo 28 luglio e ratificata da 18 Stati europei più la Turchia, per l’esigenza di dar vita a forme di cooperazione e di coordinamento in campo economico tra le nazioni europee nel periodo difficile immediatamente successivo alla seconda guerra mondiale ed in particolare per usufruire al meglio degli aiuti statunitensi dell’European Recovery Program (ERP), meglio conosciuto, appunto, come Piano Marshall, dal nome del Sottosegretario di Stato americano.

La liberalizzazione venne estesa agli scambi industriali e dei movimenti dei capitali facilitati dalla creazione, nel 1950, dell’UEP (Unione Europea dei Pagamenti) col riconoscimento della compensazione dei crediti in una moneta europea di uno Stato membro verso l’altro.

Il Trattato sulla non proliferazione delle armi nucleari è sicuramente il trattato più importante per l’oggetto delicatissimo firmato il 1 luglio 1968 da oltre 100 Paesi. L’argomento tiene sempre e, comunque, tutti col fiato sospeso per lo scellerato eventuale ricorso a tale strumento di offesa.

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