Cina ed Europa sono, l’uno per l’altro, i principali partner commerciali. Ma non stanno dalla stessa parte nella guerra in Ucraina. Xi è alleato dell’aggressore, l’Europa è il punto di approdo dell’aggredito. Pechino non ha responsabilità nella decisione scellerata di Putin, ma diventerebbe suo complice se fornisse aiuti di qualsiasi genere o si prestasse ad un aggiramento subdolo delle sanzioni. Né la Cina può illudersi che l’Europa si allontani dagli Stati Uniti, tra l’altro proprio in queste circostanze: a parte ogni considerazione, i missili russi sono caduti a pochi chilometri dalla Polonia, Paese membro della Nato. E c’è poco da scherzare. E allora?
La Cina deve fare la sua scelta: vuole continuare a commerciare con l’Europa e a mantenere rapporti costruttivi anche politici con l’area economica più ricca dopo gli Stati Uniti? E allora non può restare indifferente a quello che succede in Ucraina. Si può capire che Pechino non voglia esporsi per una mediazione: non potrebbe essere equidistante tra Kiev e il Cremlino, che è un suo alleato, e non vuol correr il rischio di un fallimento-evidentemente Xi ha capito chi è Putin e neanche lui più di tanto se ne fida.
A Xi non si chiede di fare gesti clamorosi ma di lavorare, anche sotto traccia, per indurre il suo amico-alleato Putin a non forzare la mano, ad evitare l’escalation, a dichiarare il cessate il fuoco e a sedersi al tavolo delle trattative.
Xi non può lavarsene le mani e mettersi alla finestra
Sa benissimo che questa guerra sta provocando disastri in tutta l’economia mondiale e colpirà anche le prospettive di crescita cinese. Il Dragone può approfittare dell’inevitabile indebolimento della Russia per tenerla sotto tutela. Ma non deve cedere alla tentazione di un cinico opportunismo: insinuarsi tra le difficoltà cui andrà incontro l’economia del vecchio continente per seminare zizzania in Europa e tra l’Unione e gli Usa. La Cina vuole giocare il ruolo di player mondiale e candidarsi per un multipolarismo basato sulla pace e non sulla prevaricazione? Questo è il momento per dimostrare le sue reali volontà. Se invece pensa di creare un fronte comune delle dittature che mira a indebolire il mondo libero e democratico, commette un errore imperdonabile. La dirigenza cinese è dotata di grande saggezza questo è il momento di esercitarla.