mercoledì, 20 Novembre, 2024
Esteri

Russiagate, giravolte fake per attaccare Conte. Dai fatti alle interpretazioni così si monta un caso che poi crolla

Scontro (in Italia) sui “virgolettati” di William Barr, procuratore generale statunitense, sul caso Russiangate. Cosa è accaduto veramente e come in Italia la notizia è stata resa nota dal tg2  ieri in doppia versione “Sul caso Russiagate il ministro Barr sostiene di aver ricevuto informazioni utili dai servizi segreti italiani....”, ieri la seconda versione “Il ministro Barr che in due occasioni ha incontrato i servizi segreti italiani non avrebbe mai fatto esplicito riferimento all’Italia nell’ambito delle indagini sul cosiddetto Russiagate”.

Un piccolo esempio su come i fatti ormai contano meno delle interpretazioni. Procediamo con quel pizzico di ordine che la questione merita essendo in ballo personalità di rilievo, istituzioni e il gioco mediatico. Che un qualsiasi fatto

possa essere in balia delle interpretazioni la cosa farà piacere al grande filosofo fenomenologo torinese Gianni Vattimo che lo ripete da anni (tralasciando la riflessione di Giovanni Giolitti: “Per i nemici le leggi si applicano per gli amici si interpretano”) dicevamo, sulle interpretazioni dei fatti è sempre guerra. Il tam tam mediatico ossessivamente rutilante si impegna a piegare ogni argomento nei palcoscenici dei talk show televisivi, nelle cronache politiche dei Tg con una tale forza che un “fatto” si interpreta secondo la bisogna tanto da ridurre, il più serio argomento, a gossip quindi in bilico tra verità e il suo contrario.

Temi che se non fossero trattati da commedia dell’arte potrebbero essere questioni delicatissime per le istituzioni e le relazioni internazionali. L’ultimo caso in ordine di tempo è davvero da manuale ed è giocato sulla credibilità del presidente Giuseppe Conte per la vicenda Russiagate che lo vede strattonato dalla Lega di Salvini e da Italia Viva di Renzi che lo dipingono come il perfido Jago, personaggio immaginario nel dramma shakespeariano di Otello. Per i due Matteo, il Presidente Conte, avrebbe brigato per dare spago alle ipotesi di un incontro con William Barr, il procuratore generale statunitense (ruolo simile al nostro ministro della giustizia) con i nostri servizi segreti nello specifico con il capo del DIS (Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza) Gennaro Vecchione, su un presunto fantomatico raggiro
Gennaro Vecchione capo del DIS

politico/elettorale contro il presidente Trump. Insomma roba grossa. Il nocciolo è se l’Italia (quindi con il consenso del premier Conte) abbia fornito elementi utili per sbrogliare o magari finire di intrecciare una storia di scatole cinesi che a ritroso portano alle elezioni Usa del 2016 e sui colpi bassi tra il candidato Donald Trump e la sua avversaria Illary Clinton.

Nei giorni scorsi, il caso è tornato alla ribalta, a parte la complicata vicenda internazionale, ed  il punto su cui si sono accesi riflettori è se William Barr abbia detto durante una intervista alla emittente statunitense Fox News che sia stata l’Italia a fornire dei dettagli utili sulla vicenda Russiangate, oppure se Barr non abbia nemmeno nominato l’Italia in questo giro di spie, e reciproche accuse incrociate tra democratici e repubblicani americani.
La Discussione ha ottenuto, (così crediamo altri giornali) la versione stenografica della intervista, dove in effetti Barr non cita l’Italia. Ora il lettore si chiederà il perché di questa capillare disquisizione? Rispondiamo per il solo fatto di mettere in evidenza i fatti. In quanto la stessa intervista in Italia dopo un servizio del Tg2 ha innescato delle polemiche, sul filo di questo interrogativo; Barr ha citato lui direttamente l’Italia, oppure no? Ecco come sono veramente andate le cose.
Il presidente procuratore, ha parlato il 28 ottobre alla emittente Fox News, a margine di un evento a Chicago, per respingere le affermazioni dei democratici di agire come avvocato personale di Trump “Questo è completamente sbagliato e non vi è alcuna base per esso, e io agisco per conto degli Stati Uniti”, ha detto Barr.
 Il procuratore generale ha anche risposto ad una domanda del giornalista di Fox News su un recente viaggio in Italia che ha fatto in relazione alle indagini di John Durham, – il procuratore che sta conducendo la contro-indagine sul Russiagate – spiegando che ha accompagnato Durham per aiutarlo a stabilire contatti con i Paesi che potrebbero avere informazioni preziose e utili (alleghiamo anche per beneficio verso i lettori il testo stenografico in inglese della risposta) ma ha precisato che “è Durham a gestire lo “show”.
 Più precisamente il virgolettato dice: “Bene, alcuni dei paesi (quindi non specificando l’Italia) che John Durham pensava potessero  avere alcune informazioni utili all’indagine volevano preliminarmente parlare con me della portata dell’indagine, della natura dell’indagine e di come intendevo gestire le informazioni riservate, e così via”, afferma Barr. “Quindi ho inizialmente discusso di queste questioni con quei paesi e li ho presentati a John Durham, e ho creato un canale attraverso il quale il signor Durham può ottenere assistenza da quei paesi”.
Questo il testo stenografico in inglese ripreso dall’intervista e dal sito di Fox news:
He also responded to questions about a recent trip to Italy he took in relation to Durham’s investigation, explaining that they visited to help Durham establish ties with countries that might have helpful information.

“Well, some of the countries that John Durham thought might have some information that would be helpful to the investigation wanted preliminarily to talk to me about the scope of the

Il Ministro Usa William Barr

investigation, the nature of the investigation, and how I intended to handle confidential information, and so forth,” Barr said. “So I initially discussed these matters with those countries and introduced them to John Durham and established a channel by which Mr. Durham can obtain assistance from those countries”.

A dirla tutta quindi William Barr non parla esplicitamente di Italia, ma usa il termine “those countries”.
Naturalmente ci sono stati lanci di agenzia il primo lancio dell’intervista di Barr in Italia viene fatto dall’Adnkronos alle 14:25 del 28/10:
RUSSIAGATE: BARR, ‘DURHAM PENSA CHE IN ITALIA INFORMAZIONI UTILI A INDAGINE’ = ‘Autorità italiane volevano sapere portata e natura dell’inchiesta, il procuratore sta facendo progressi’ Washington, 29 ott. (Adnkronos) – Il procuratore John Durham, che sta conducendo la contro-indagine sul Russiagate è convinto che in Italia* “possano esserci informazioni utili all’indagine”. Lo afferma l’attorney general (il ministro della Giustizia) William Barr, che in un’intervista a Fox News spiega, tra l’altro, la natura delle sue visite in Italia al fianco di Durham il 15 agosto e il 27 settembre scorsi. “Alcuni dei Paesi che John Durham riteneva potessero avere alcune informazioni utili all’indagine, volevano discutere preliminarmente con me della portata dell’indagine, della sua natura e di come io intendessi gestire informazioni confidenziali e via dicendo”, ha riferito Barr all’emittente Usa.
Quindi si parla di “alcuni dei Paesi”, e il passaggio sull’Italia, non a caso, è messo fuori dalle virgolette nel lancio dell’Adnkronos, in quanto Barr non ha mai pronunciato la parola “Italia”.
Stesso giorno il servizio del Tg2 rilancia “Sul caso Russiagate il ministro Barr sostiene di aver ricevuto informazioni utili dai servizi segreti italiani. Una versione diversa da quella del Premier prima e poi dal capo del Dis Vecchione….”, subito dopo parte il servizio a supporto della nuova interpretazione che fa presente che Vecchione non ha “dissipato dubbi e incertezze sul coinvolgimento dell’Italia nel Russiagate… ”, e seguondo questa analisi nel servizio si arriva a dire che “… le parole di Barr vengono interpretate come un secondo avvertimento degli Stati Uniti al Governo Italiano….” insomma bum bum . Chi di interpretazione colpisce poi perisce, così, ieri un nuovo colpo di scena del Tg2 con un aggiustamento non da poco, “Il ministro Barr che in due occasioni ha incontrato i servizi segreti italiani non avrebbe mai fatto esplicito riferimento all’Italia nell’ambito delle indagini sul cosiddetto Russiagate…”, parte un nuovo servizio che ribalta quello del giorno prima. Naturalmente non sta a La Discussione dare giudizi sui media, sui fatti, le opinioni e le loro interpretazioni più o meno interessate, in quanto chi non è senza peccato scagli la prima pietra e, lo diciamo chiari: nessuno può ergersi a moralizzatore e simbolo di purezza. Possiamo però raccogliere tutti l’invito del nostro presidente del consiglio Giuseppe Conte :”Diamoci tutti una calmata”.
Condividi questo articolo:
Sponsor

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.