Sull’evoluzione del Covid, il Governo e il Comitato tecnico scientifico sono orientati all’ottimismo: prima il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha voluto rassicurare tutti facendo sapere che “stiamo lavorando per allentare le regole anti Covid” e “per tornare verso la normalità”; poche ore fa il presidente dell’Istituto superiore di sanità e portavoce del Cts, Silvio Brusaferro, ha spiegato che “si va verso la stagione bella, quando viviamo di più all’aperto, cosa che facilita l’adozione di misure un po’ più morbide”. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, reputa queste posizioni incomplete e non certo risolutive: “Da parte del Governo – dice il sindacalista – mi aspetto un ritorno alla normalità che passi anche per la caduta dell’obbligo vaccinale per entrare al lavoro, sempre in attesa che i tribunali si esprimano in modo definitivo sulla nostra denuncia al Tar per l’illegittimità dell’uso della certificazione “verde” nell’ambito lavorativo scolastico: se si torna quasi alla normalità e 10mila docenti e Ata rimangono a casa senza stipendio, c’è qualcosa che non va. Sull’adozione delle misure più morbide, avallate anche dal Cts, si potrebbe anche essere d’accordo, ma solo in vista dell’estate: quello che va assolutamente evitato è ripartire a settembre nelle scuole per il terzo anno consecutivo senza avere introdotto una sola reale misura preventiva”.
“Pensare di riaprire a settembre nelle stesse condizioni di oggi – continua Pacifico – sarebbe da veri irresponsabili. Se vogliamo ripartire con le lezioni in presenza e in sicurezza, oltre che migliorare la qualità della didattica, le nostre scuole hanno estremo bisogno di classi aggiuntive, dove collocare la metà degli attuali studenti e per fare questo occorrono più spazi e dipendenti. Inoltre, tutti gli edifici scolastici dovranno essere forniti di sistemi automatici areazione e piani energetici adeguati. Abbiamo solo cinque mesi di tempo per farlo, anche con i fondi del Pnrr: non c’è tempo da perdere – conclude il leader dell’Anief – perché 160 giorni sono davvero pochi”.