La telefonata tra Biden e Xi allunga le speranze di pace, prefigura un nuovo equilibrio mondiale dominato da rapporti più sereni tra Usa e Cina e mette la Russia in difficoltà.
Putin è più isolato che mai. A poco gli servirà il fugace bagno di folla di ieri nello stadio Ha parlato come il Re sole della Russia. Si è detto sicuro che i suoi piani saranno attuati e ha perfino citato la Bibbia per giustificare la guerra. Ma intanto Cina e Stati Uniti hanno trovato una base comune di dialogo che di fatto mette in difficoltà il Cremlino.
Nel linguaggio arabesco della diplomazia si capisce che la Cina non ha gradito la guerra in Ucraina e non intende farsi coinvolgere in un conflitto per dare una mano a Putin insieme a ceceni, siriani e mercenari. Anche se non si propone come mediatore, Pechino certamente non avallerà un ulteriore inasprimento del conflitto.
Ma Xi invita alla prudenza gli Stati Uniti. Se la prende non con le sanzioni ma solo con la loro applicazione “a tutto tondo e in maniera indiscriminata”.
“Sono le persone comuni a soffrirne -dice Xi- se saranno ulteriormente potenziate, innescheranno anche gravi crisi nell’economia globale, nel commercio, nella finanza, nell’energia, nell’alimentazione e nella filiera industriale, peggiorando ulteriormente la già difficile economia mondiale e provocando perdite irreparabili”.
Com’era prevedibile Xi ha posto sul tavolo la questione di Taiwan. E -stando a quello che affermano fonti cinesi- Biden si sarebbe impegnato a non sostenere l’indipendenza di Taiwan. Gli Stati Uniti -dice un comunicato ufficiale di Pechino- non vogliono una Guerra fredda con la Cina, non vogliono cambiare il sistema politico in vigore a Pechino.
“Io e il presidente Biden condividiamo l’opinione che la Cina e gli Stati Uniti debbano rispettarsi a vicenda, coesistere in pace ed evitare lo scontro”, ha proseguito, dichiarando di prendere “molto seriamente” le dichiarazioni del presidente Biden, che non intende “iniziare una nuova Guerra fredda con la Cina”.
Se son rose fioriranno. Ma intanto una Cina-colomba rispetto al Putin-falco è una buona notizia. Se davvero si è aperto un dialogo, tocca ora a Stati Uniti ed Europa rafforzarlo con iniziative sagge che non mettano in difficoltà Pechino e allentino i rapporti “senza limiti” tra Pechino e Mosca.
La diplomazia cinese è difficile da interpretare e si muove con sottigliezze e non senza ambiguità. Ma oggi sembra che il Dragone abbia fatto un passo avanti significativo per spostare l’asse dallo scontro tra Occidente e Russia alla collaborazione tra Occidente e Cina.