A gennaio il debito delle Amministrazioni pubbliche è risultato pari a 2.713,9 miliardi. L’aumento (35,5 miliardi) rispetto al valore di dicembre 2021 riflette le maggiori disponibilità liquide del Tesoro (36,3 miliardi, a 83,8) e l’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio (1,1 miliardi); l’avanzo di cassa delle Amministrazioni pubbliche ha invece ridotto il debito per 1,8 miliardi.
Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 34,7 miliardi e quello delle Amministrazioni locali di 0,8 miliardi; il debito degli Enti di previdenza è rimasto stabile.
A gennaio la quota del debito delle Amministrazioni pubbliche detenuta dalla Banca d’Italia è risultata pari al 25,4 per cento (25,3 per cento a dicembre). La vita media residua del debito è rimasta stabile rispetto a dicembre, a 7,6 anni.
A gennaio le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 39,8 miliardi, in aumento dell’8,6 per cento (3,2 miliardi) rispetto al corrispondente mese del 2021.