venerdì, 15 Novembre, 2024
Salute

Pillole allo iodio. Né psicosi né fai-da-te

L’Istituto Superiore di Sanità è intervenuto  per frenare il ricorso a cure preventive infondate dal punto di vista scientifico in risposta alla psicosi di un incidente nucleare sviluppatasi con la presa delle centrali nucleari ucraine di Chernobyl e Zaporižžja e che ha spinto molti europei, memori del terribile disastro di Chernobyl del 1986, a fare scorta di iodio. Con un comunicato stampa, l’ISS fa sapere che “è sconsigliato il ricorso fai-da-te a preparati contenenti elevate quantità di iodio che invece potrebbero determinare conseguenze negative per l’organismo, incluso il blocco funzionale della tiroide. Solo in caso di una reale emergenza nucleare, al momento inesistente nel nostro Paese, sarà la Protezione Civile a dare precise indicazioni su modalità e tempi di attuazione di un eventuale intervento di profilassi iodica su base farmacologica per l’intera popolazione”.

Pericoloso per la tiroide un sovradosaggio di iodio

Raccomandato solo l’utilizzo del sale iodato per la preparazione e la conservazione degli alimenti, dice l’Istituto, perché il continuativo e costante utilizzo di sale iodato garantisce il normale funzionamento della tiroide e, saturando la ghiandola di iodio stabile, contribuisce anche a proteggerla da una eventuale esposizione a radiazioni. Ma niente più di questo. Viceversa, il ricorso agli integratori allo iodio, a base di Ioduro di potassio, può essere pericoloso e determinare sintomi influenzali, cefalea, vomito, congiuntivite, arrossamenti del volto, dolore alle ghiandole salivarilaringite, bronchite e, in persone predisposte, anche ipo o ipertiroidismo.

Psicosi in Europa e negli Usa

Secondo quanto riferito dall’associazione belga dei farmacisti, soltanto nella giornata di lunedì 28 febbraio in Belgio sono state comprate più di 32mila scatole di compresse di ioduro di sodio da quasi 30mila cittadini, mentre il venerdì e il sabato precedente la richiesta media era di circa 4mila scatole al giorno. Anche lì le autorità frenano la corsa all’acquisto: “L’attuale situazione in Ucraina non richiede l’assunzione di compresse di iodio – scrive su Twitter l’Agenzia federale belga per il controllo nucleare – Queste rimarranno disponibili gratuitamente in farmacia, ma non sono necessarie in questo caso specifico. Assumi lo iodio soltanto se consigliato dalle autorità di governo”.

Anche i Centri statunitensi per la prevenzione e il controllo delle malattie (Cdc) hanno sottolineato che lo ioduro di potassio va assunto solo “dietro indicazioni dei responsabili della salute pubblica o di coloro che gestiscono l’emergenza”, perché può comportare dei rischi per la salute.

Le origini della corsa allo iodio anti-radiazioni

Il collegamento con il disastro nucleare di Chernobyl è legato al fatto che nell’incidente fu rilasciato lo iodio-131, un isotopo radioattivo che, come lo iodio stabile, si accumula nella tiroide e aumenta il rischio di cancro. In quei casi, le pillole di iodio possono essere assunte come antidoti preventivi per proteggere la tiroide, con il compito di evitare che la ghiandola assorba iodio radioattivo, purché a dosaggi ben precisi e sotto stretto controllo medico.

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