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Il Parlamento Ue chiede un giro di vite contro i “passaporti d’oro”

giovedì, 10 Marzo 2022
1 minuto di lettura

Il Parlamento Europeo propone nuove norme comuni per far fronte ai problemi legati ai programmi di “cittadinanza e soggiorno in cambio d’investimenti” e fermare la messa in vendita della cittadinanza UE. Gli eurodeputati hanno approvato una relazione d’iniziativa legislativa che invita la Commissione a presentare una proposta entro la fine del suo mandato. L’impegno della Commissione e di Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Canada e Stati Uniti per limitare l’accesso ai “passaporti d’oro” ai milionari russi con legami con il governo è stato discusso lunedì durante la sessione plenaria. Il testo è stato approvato con 595 voti favorevoli, 12 contrari e 74 astensioni (a maggioranza assoluta). I programmi di “cittadinanza in cambio d investimenti” (CBI – Citizenship by investment), che consentono a cittadini di paesi terzi di acquisire i diritti di cittadinanza in cambio di una somma di denaro, compromettono l’essenza della cittadinanza dell’UE. Il Parlamento descrive la pratica in atto a Malta, in Bulgaria e a Cipro come “fenomeno di parassitismo”, poiché gli Stati membri vendono ciò che non avrebbe mai dovuto diventare una merce. I deputati europei affermano che alcune domande sono state accettate anche quando non rispettavano i requisiti. Chiedono quindi che tali programmi siano gradualmente eliminati a causa dei rischi che comportano. Pur osservando che i programmi di “soggiorno in cambio d’investimenti” (RBI – Residence by investment) pongono rischi meno gravi, il Parlamento chiede norme UE per contrastare il riciclaggio di denaro, la corruzione e l’evasione fiscale, prevedendo, tra l’altro: “rigorosi controlli dei precedenti personali dei richiedenti” (familiari e origine dei fondi inclusi), controlli obbligatori nelle banche dati dell’Unione e procedure di controllo nei paesi terzi; “obblighi di comunicazione per gli Stati membri, compreso un sistema di “notifica e consultazione” per consentire agli altri paesi UE di sollevare obiezioni”; e requisiti minimi per i richiedenti di residenza fisica, coinvolgimento attivo minimo, qualità, valore aggiunto e contributo all’economia. Il Parlamento accoglie con favore l’impegno dei Paesi UE nell’adottare misure che limitino la vendita della cittadinanza ai cittadini russi vicini al governo russo, e chiede di cessare con effetto immediato l’applicazione dei programmi CBI e RBI a tutti i richiedenti russi. I deputati esortano i governi dell’UE a riesaminare tutte le domande approvate negli ultimi anni e garantire che “nessun russo avente legami finanziari, commerciali o di altro tipo con il regime di Putin conservi i propri diritti di cittadinanza e soggiorno “. Inoltre, chiedono alla Commissione di vietare i programmi RBI per i cittadini russi soggetti a sanzioni.

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