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Containers in international shipping dock waiting to import or export and transportation. Top view of loading containers on the ship in the port.

Un “pacchetto guerra” per le aziende italiane

giovedì, 10 Marzo 2022
1 minuto di lettura

La guerra in corso in Ucraina e le sanzioni alla Russia porteranno conseguenze economiche pesantissime alle imprese italiane dei settori trainanti: in particolare alimentari, meccanica, tecnologia, abbigliamento e lusso, non solo per i grandi gruppi ma anche per le Pmi che producono o che operano direttamente per aziende in Russia. Secondo i recenti dati di Confindustria, dell’Istat, di Ice e di Unimpresa, la crisi in Ucraina si farà sentire sulle imprese italiane per decine di miliardi di euro di fatturato.

La minaccia per la nostra economia arriva, oltre che dal blocco dell’import-export, dalle fiammate dell’inflazione e dalle maggiorazioni dei costi energetici, con effetti a medio e lungo termine, a prescindere dalla durata del conflitto stesso. I fondi del Pnrr vanno destinati perciò immediatamente anche ad arginare le conseguenze dell’emergenza-guerra, soprattutto in previsione del possibile rialzo dei tassi d’interesse e del costo del denaro per le imprese.

L’Ice ha stimato recentemente in 20 miliardi di euro il volume di interscambi commerciali tra Russia e Italia nei primi 11 mesi del 2021, 7 miliardi di esportazioni e 12,6 miliardi di importazioni con in prima fila nell’export dei settori dell’abbigliamento, dei prodotti chimici e dei macchinari e apparecchiature tecnologiche, mentre l’import è monopolizzato dai prodotti delle miniere e delle cave, da coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio, e dai prodotti della metallurgia. Ma sarà pesantissimo anche il danno derivante dall’interruzione dei traffici commerciali con l’Ucraina stimati in due miliardi di euro di esportazioni l’anno e 2,9 miliardi di importazioni. In previsione della perdita stimata di almeno un punto di Pil nell’anno in corso, il governo Draghi deve assolutamente varare un pacchetto ‘guerra’ a beneficio delle imprese italiane in grado di fronteggiare l’emergenza produttiva, pari, nelle sue conseguenze, a quella sociale.

Riccardo Pedrizzi

Presidente Nazionale del CTS dell'UCID

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