Le Fondazioni lirico-sinfoniche aderenti ad ANFOLS, riunitesi in Assemblea, esprimono solidarietà e vicinanza al popolo ucraino e alle vittime innocenti di un conflitto che ha riportato la guerra e le sue terribili conseguenze drammaticamente al centro del dibattito pubblico internazionale.
“I teatri e le istituzioni culturali di tutto il mondo stanno testimoniando in queste ore – si legge nella nota dell’ANFOLS – in maniera diversa l’urgenza di dire no alla violenza e alla guerra. Così come in pandemia abbiamo cercato in tutti i modi di far sentire la nostra voce continuando a svolgere il nostro ruolo di servizio pubblico, sentiamo oggi il bisogno di esprimere vicinanza e sostegno a chi sta soffrendo. Siamo e saremo sempre vicini alle vittime di tutte le guerre, e contrari ad ogni forma di violenza poiché i teatri sono per loro natura luoghi di confronto, spazi aperti al dialogo e all’incontro delle comunità, agenzie di pace”.
Per tutte queste ragioni tutte le Fondazioni riunite in ANFOLS
hanno deciso che da oggi esporranno i colori della bandiera ucraina o della bandiera della pace, per testimoniare la volontà unanime nel condannare le atrocità che la nostra nazione ripudia e per chiedere fermamente che il conflitto in corso cessi al più presto.
“Dall’inizio del conflitto – dichiara il Presidente dell’ANFOLS, Francesco Giambrone – molti grandi teatri d’opera italiani hanno manifestato in autonomia e in tanti modi diversi solidarietà e vicinanza alle popolazioni coinvolte. Anche i 220 teatri Associati a Opera Europa hanno espresso di recente sostegno e supporto al popolo ucraino, ai suoi artisti e ai suoi teatri così duramente colpiti dalla guerra. Da oggi, tutti insieme, esprimiamo con forza il rifiuto della guerra e l’importanza del dialogo tra i popoli.
C’è un patrimonio di valori condivisi che ci unisce tutti e che è parte della nostra ricchezza comune. La pace, la libertà e la democrazia sono tra questi. E noi intendiamo ribadire con forza questi valori unendoci a quanti in Europa e nel mondo hanno scelto di non restare in silenzio di fronte al ripetersi di tanto orrore”.