Il Centro Astalli rileva come un primo passo positivo la votazione a maggioranza qualificata di tutti gli Stati membri della direttiva 55 del 2001 che viene applicata per la prima volta dopo oltre 20 anni dalla sua entrata in vigore per dare protezione temporanea alla popolazione civile in fuga dall’Ucraina e per gestirne l’accoglienza in maniera proporzionata in tutti gli Stati membri. Padre Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli: “Un atto dovuto di solidarietà che giunge dopo anni di politiche di chiusura, muri, respingimenti e accordi di esternalizzazione che costringono ancora oggi milioni di persone a vivere senza diritti e dignità, ai confini d’Europa. Accogliere, proteggere e mettere in salvo dalla guerra quante più persone possibile è obbligo europeo e prima ancora è principio basilare di civiltà”.
- si consolidi e rafforzi il coordinamento tra Governo, comuni e organizzazioni del Terzo Settore in una logica di sussidiarietà circolare. Si estenda la rete del Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI) a tutti i comuni in modo da mettere in atto un piano strutturale di accoglienza diffusa sull’intero territorio nazionale;
- si valorizzi il contributo di tanti uomini e donne che in queste ore si stanno rendendo disponibili ad accogliere e aiutare. Tra questi anche molti cittadini ucraini, da tempo in Italia, in allarme per i loro cari in fuga dalla guerra. La comunità ucraina è una presenza importante, un ponte da valorizzare nella ricerca di risposte adeguate ai bisogni di chi arriva;
- si ascolti e si faccia propria la voce di una società civile attenta e solidale che chiede la pace ogni giorno in modi molto diversi. Si esperisca ogni azione diplomatica e di dialogo possibile per trovare vie di pace e far cessare il rumore delle armi.
fonte foto: centroastalli.it