Il dado è tratto. Putin vuole riprendersi l’Ucraina. Le sue parole sono più violente della stessa presenza delle truppe russe ammassate ai confini e che sono pronte ad assalire un Paese sovrano. Putin ha parlato per mezz’ora dell’Ucraina come se non fosse mai esistita e non avesse diritto di esistere, come se fosse un covo di terroristi, nazisti. Un linguaggio sprezzante, offensivo, condito di menzogne storiche e di deliranti affermazioni contro la Nato, gli Stati Uniti, l’Europa
Putin per giustificare la sua politica aggressiva accusa la Nato di minacciare la Russia e l’America di controllare l’Ucraina.
Intanto dopo essersi annessa la Crimea si annette anche il Donbass e ha così l’alibi per portare le sue truppe nel territorio dell’ Ucraina con un’invasione di fatto che prelude ad un’aggressione su larga scala.
Il discorso di Putin segna la più grave svolta storica dopo la fine della guerra fredda e obbliga l’Occidente ad una risposta dura e unitaria.
Solo se Putin vedrà un muro compatto contro la sua politica aggressiva potrà essere indotto a non continuare su questa strada e a tornare a ragionare.
Nessuna incertezza è consentita di fronte alla tracotanza e all’attacco che Putin sta portando nel cuore dell’Europa.