L’Anief lamenta come l’accertamento della rappresentatività raggiunta continua a essere rinviata: esiste nei numeri delle deleghe e dei voti, è ufficialmente riconosciuta ma non è possibile esercitarla. Ad un anno e mezzo dal rinnovo delle Rsu d’Istituto, attraverso il quale il sindacato ha superato la soglia del 5%, atto indispensabile per sedersi ai tavoli di contrattazione nazionale, come riconosciuto dall’Aran già da dieci mesi, il sindacato sottolinea come la situazione rimane bloccata da una serie di formalismi e da una burocrazia complessa e disarmante. “Il problema – dice Marcello Pacifico, leader dell’Anief – è che si è consumata la metà di quel triennio, senza che l’Anief abbia avuto la possibilità di confrontarsi con la parte pubblica.
L’ultimo appello era stato lanciato al ministro della Funzione Pubblica, Fabiana Dadone, durante l’incontro al ministero con le Confederazioni sindacali. Ogni ulteriore ritardo risulta inaccettabile. Per questo ci siamo rivolti alla massima rappresentanza del Governo, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per chiedere di sbloccare una situazione che mina le libertà della rappresentatività sindacale e della democrazia garantite dalla Costituzione. Nel frattempo l’ufficio legale si è attivato per studiare la praticabilità di un ricorso d’urgenza che ci riconosci i diritti tutelati dalla legge”.
Nella missiva Pacifico chiede al premier “di esprimere nel più breve tempo possibile il parere positivo del Governo e nel caso l’abbia espresso di adoperarsi per accelerare le opportune verifiche per la sottoscrizione definitiva dell’ipotesi del CCNQ sottoscritto. Non possiamo – si legge ancora nella lettera inviata a Conte – più non dare una risposta ai lavoratori che ci hanno scelto per rappresentarli e chiediamo l’immediato riconoscimento dei diritti sindacali”, alla luce anche della “grave situazione che – conclude Pacifico – riguarda il nostro sistema dell’istruzione, dell’università e della ricerca” che richiede di “intervenire immediatamente”. (Italpress)