Sempre più immigrati inattivi. L’emergenza Covid, nell’anno più difficile, il 2020, ha colpito duro gli stranieri presenti in Italia. È quanto mette in evidenza il XXVII Rapporto sulle migrazioni 2021, elaborato da Fondazione Ismu (Iniziative e Studi sulla Multietnicità), presentato presso la Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi.
Sul fronte del lavoro, se alla vigilia della pandemia, nel 2019 erano stranieri l’8,9% degli inattivi in età attiva, un anno dopo questa percentuale è salita al 9,9% (specularmente l’incidenza sugli occupati scende dal 10,7% del 2019 al 10,2% del 2020).
Stranieri balzo degli inattivi
Tra il 2019 e il 2020, mentre nella popolazione italiana gli inattivi hanno registrato una crescita del 3,1%, nella popolazione straniera essi sono aumentati addirittura del 16,2% (nel 2020 gli inattivi stranieri sono 1.364.982). Il rapporto parla pertanto di “un deciso incremento della componente inattiva, oltre cinque volte quello che ha interessato la popolazione italiana”.
Imprese e soci nati all’estero
Sempre sul fronte del lavoro, un dato in controtendenza è rappresentato dagli andamenti relativi alle creazioni e cessazioni di imprese, che vedono nell’anno più segnato dalla pandemia (2020) un incremento pari al 2,3% dei titolari e soci nati all’estero. “Anche nel primo semestre 2021 le imprese “straniere”, (in cui cioè la partecipazione di persone nate all’estero è complessivamente superiore al 50%) registrano un saldo positivo di 16.197 unità”, si evidenzia nel rapporto, “nettamente più elevato del corrispondente periodo del 2020 (e perfino del 2019, quando l’incremento netto delle imprese di stranieri fu di 10.205)”.
L’impatto della pandemia
Se si analizza il numero dei decessi tra gli immigrati che, si legge nel documento, “se pur in termini assoluti sia del tutto modesto (in totale si contano 9.323 morti), nell’anno della pandemia segna una variazione di mortalità in aumento del 23,3% rispetto al biennio 2018-2019. La variazione di mortalità tra i cittadini italiani, la cui struttura per età è più “matura”, è stata invece del +17,7%, sei punti percentuali in meno rispetto a quella della popolazione immigrata”.
Stranieri in calo
In generale, lo spaccato che viene fuori dall’indagine è quello di una popolazione in calo per il secondo anno consecutivo, in virtù sia della flessione degli ingressi sia del costante flusso di acquisizioni di cittadinanza. Fondazione Ismu stima che al 1° gennaio 2021 gli stranieri presenti in Italia siano 5.756.000, 167.000 unità in meno rispetto alla stessa data del 2020 (-2,8%). “Il calo dei presenti nel 2020”, prosegue la nota, “è per lo più dovuto agli stranieri regolari non residenti che scendono a 224mila unità (al 1° gennaio 2020 erano 366mila), mentre gli iscritti in anagrafe diminuiscono solo marginalmente (5.013.000 unità al 1° gennaio 2021), e il numero degli irregolari resta sostanzialmente invariato, attestandosi sui 519mila (contro i 517mila dell’anno precedente), a causa del ritardo della procedura valutativa delle istanze per emersione di lavoro (207.542 ) della sanatoria del luglio 2020. Gli stranieri rappresentano nel complesso circa il 10% della popolazione presente in Italia al 1° gennaio 2021”.
Sbarchi sulle coste italiane
Nel 2020 sono stati oltre 34mila, circa il triplo di quanti registrati nel 2019. Nel 2021 gli sbarchi sono quasi raddoppiati per un totale di 67.040. I dati forniti dal Ministero dell’Interno, in risposta a una richiesta di Fondazione Ismu, quantificano in 6.718, pari al 10,7% di tutti gli ingressi registrati, gli accessi via terra senza visto tra il 1° gennaio e il 31 ottobre 2021. Si tratta di un dato parziale che già supera il dato complessivo per l’intero 2020 (5.247 ingressi via terra). Per quanto riguarda invece le richieste di asilo, nel 2020 sono state 26.963, mentre il dato preliminare relativo al 2021 è di 56.388 domande. Nel 2020 sono state presentate 79 domande d’asilo ogni 100 sbarchi, valore che sale a 84 nel 2021. Nella seconda metà del 2021 si assiste a una forte crescita delle richieste di protezione di afghani: a fronte delle circa 600 domande annue nel biennio 2019-2020, le domande presentate nel 2021, anche a seguito dei ponti aerei da Kabul di fine agosto, sono 6.445 (+889%). Quella afghana è così la quarta nazionalità per numero di richieste di asilo nel 2021 (11,4%).