mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Società

Nel 2026 treni italiani i più green d’Europa. Ferraris: programma da 24 miliardi

Le Ferrovie dello Stato vogliono dare un forte contributo all’ innovazione e alla sostenibilità italiana con interventi di grande portata   sull’infrastruttura più longeva e moderna del Paese: un salto che Fs è pronta a fare con la messa in opera di un Piano industriale che potrà contare su un Recovery Plan accompagnato da una dote finanziaria di 24 miliardi di euro. Entro il 2026, Fs realizzerà nuove linee ferroviarie, renderà moderne quelle esistenti, per consegnare al cittadino viaggiatore tutto più che può essere confortevole e accessibile ad iniziare dalle stazioni, dalle aree di accoglienza e di sosta, con treni migliori, veloci e sicuri, connessioni digitali e un trasporto merci che abbia un impatto zero sull’ambiente. Un servizio da rendere al Paese con una ulteriore caratteristica, tutte le opere opere dovranno essere progettate e realizzate con la massima attenzione verso la tutela dell’ambiente.

Un programma ambizioso

A sottolineare importanza e impegno delle opere è Luigi Ferraris, Amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Italiane. “Stiamo parlando di circa 24 miliardi di euro che coprono sia progetti in fase avanzata sia altri in fase autorizzativa che potranno beneficiare delle accelerazioni impresse dal governo ai relativi iter. Abbiamo già speso ad oggi, con Rfi, più di 2,5 miliardi, ossia oltre il 10% delle risorse assegnateci dal Pnrr. Ma ricordiamoci”, sottolinea il Ceo di Ferrovie, “che il Piano Nazionale di ripresa e resilienza finanzia parte dei progetti, non progetti interi, e a quei finanziamenti vanno aggiunti gli investimenti in essere e quelli che fanno parte degli accordi di programma”.

La mobilità del futuro

Il programma varato avrà un impatto notevole sul futuro della mobilità del Paese. Il primo obiettivo è migliorare, dare alla mobilità di qualità un ruolo centrale, con un traguardo da raggiungere, l’Italia diverrà entro il 2026 il Paese in Europa con la più alta percentuale di treni che viaggeranno senza generare emissioni di CO2.

Un’impresa Nazionale

I numeri dicono oggi che Ferrovie mette in campo 12mila chilometri di rete già elettrificati sui quasi 17mila complessivi, il 72% del totale per arrivare a toccare a fine 2026, sfruttando il supporto del Piano nazionale di Ripresa. Le innovazioni tecnologiche sono già in atto e altre di prossima attuazione. Il Recovery Fund prevede 2,4 miliardi di investimenti per consentire la realizzazione di altri 1800 chilometri di rete elettrificata, di cui 573 nel Mezzogiorno. A questi, si aggiungono poi altri 2,9 miliardi per implementare la tecnologia Ertms (European Rail Traffic Management System), sistema di comando e controllo dei treni individuato come linguaggio comune europeo che favorisce l’interoperabilità tra operatori ferroviari migliorando prestazioni e sicurezza. Un passo avanti già c’è, perché sono 700 i chilometri attrezzati con il nuovo sistema a tecnologia tutta digitale e interoperabile. “Il sistema European Rail Traffic Management System”, evidenzia l’Amministratore delegato delle Fs, “scelto come linguaggio comune europeo per il distanziamento dei treni, A novembre è stata aggiudicata una gara da 500 milioni per l’Ertms m quattro regioni ed è stato pubblicato il bando da 2,7 miliardi di euro per l’implementazione di questa tecnologia in tutta Italia. Inoltre il Pnrr destina 700 milioni per riqualificare 54 stazioni del Sud, di cui nove hub intermodali. Alcuni cantieri sono già pronti a partire nei prossimi mesi”.
Nel ruolino di marcia della società c’è l’estensione della tecnologia sull’intera rete per sostituire progressivamente i sistemi di segnalamento ora attivi.

L’accelerazione Green

La proiezione degli investimenti si propagherà su cinque assi: rete, treni, stazioni, impianti fissi e smart road. Ciascuno Piano prevede la spinta a proseguire su progetti già messi in opera nel 2020, con 9 miliardi di euro di investimenti – il 5% in più rispetto all’anno prima -,di cui l’80% destinati all’infrastruttura, in modo da renderla sostenibile per tutto l’arco della sua vita utile, e che potrà contare, da qui ai prossimi anni, su oltre 11 miliardi di investimenti, tra risorse garantite da Fs e fondi provenienti dal Piano nazionale di Ripresa. Un programma epocale, basta un un solo dato: dovranno essere ridisegnati e ammodernati 620 scali (sui 2200 complessivi) con un particolare accento su quelli del Mezzogiorno, ai quali sono destinati 700 milioni di euro del Recovery Plan. Obiettivo: riqualificare 54 stazioni entro il 2026 per trasformarle in esempi di architettura sostenibile con spazi verdi, illuminazioni interne ed esterne a led, impianti per l’autoproduzione di energia rinnovabile e installazioni di sistemi e apparecchiature di telegestione.

Futuro sostenibile e sicurezza

Quanto al futuro, Trenitalia investirà, da qui al 2026, ben 4 miliardi per mettere in servizio i nuovi treni regionali di ultima generazione. Si tratta di convogli green ed ecosostenibili, composti per il 97% di materiale riciclabile e in grado di assicurare un taglio dei consumi di energia del 30% rispetto ai treni che andranno a rimpiazzare. “Il treno è già oggi il mezzo di trasporto più sostenibile e green”, osserva Luigi Ferraris, “Ma non ci fermiamo, proseguiamo nell’elettrifìcazione delle linee, oltre 1.500 km; dove manca faremo circolare entro l’anno il nuovo treno regionale Blues con alimentazione elettrica, diesel e a batterie. E stiamo studiando anche una mobilità ferroviaria a idrogeno; certo, non è semplice da realizzare, ma la direzione è presa”.

Flotta nuova e restyling

Accanto al rafforzamento della rete e delle stazioni, figura poi il piano di rinnovo della flotta che ha registrato un importante snodo lo scorso anno: 1,18 miliardi dei circa 9 messi in pista dal gruppo ha infatti riguardato il restyling del trasporto sia su ferro (passeggeri e merci) che su gomma. Senza contare l’ulteriore iniezione garantita dal Pnrr con un primo step andato a traguardo a fine novembre, quando il ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili ha approvato un decreto che assegna a Trenitalia 200 milioni di euro per l’acquisto di nuovi treni elettrici o a idrogeno: 60 milioni per 7 convogli bimodali per i collegamenti intercity Reggio Calabria-Taranto, che entreranno in servizio entro il 2024, e 140 milioni per 70 carrozze dei servizi intercity notte da e per la Sicilia con entrata a regime per la metà del 2026.

Lavoro a pieno ritmo

“Oggi i cantieri aperti si concentrano al Sud”, fa presente Luigi Ferraris, “sulla Napoli-Bari e sulla Palermo-Catania-Messina, in Liguria sul progetto unico nodo di Genova e Terzo Valico, poi da Bresda verso Padova sulla trasversale Alta Velocità Torino-Venezia. In fase preliminare – ne cito alcuni abbiamo il primo lotto della Salerno-Reggio Calabria e poi gli interventi sulla Pescara-Roma, la Orte-Falconara e la Circonvallazione di Trento. Abbiamo bandi di gara che, tra già lanciati e da lanciare, a fine aprile raggiungeranno un controvalore di circa 5 miliardi di euro. Con investimenti che riguardano anche le innovazioni tecnologiche e le stazioni”.

I primi cantieri partiranno a stretto giro e dieci stazioni si rifaranno il look già entro il 2024. Il cambio d’abito, come detto, riguarderà però anche altri scali in giro per la penisola e sarà segnato da una serie di interventi che porteranno complessivamente a un risparmio sul consumo energetico globale fino al 40% annuo: impianti fotovoltaici di ultima generazione, ma anche pompe di calore e solare termico per assicurare l’autoconsumo di energia, e ancora sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore che si affiancheranno a una profonda rivisitazione dei meccanismi di raccolta e di trattamento dei rifiuti.

“Pensiamo al servizio; sicurezza, efficienza, puntualità, connettività a bordo, comfort. Questo passa anche attraverso il rinnovamento della flotta. La nostra controllata Trenitalia ha siglato contratti di servizio con Quasi tutte le Regioni di durate fino a 15 anni. Nei prossimi cinque anni saranno consegnati circa 450 moderni treni Rock, Pop e Blues per 4 miliardi di euro. Daranno anche un contributo importante alla sostenibilità e all’economia circolare, dal momento che è 97% delle componenti di questi treni è riciclabile”.

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