lunedì, 8 Luglio, 2024
Manica Larga

Una nuova recessione all’orizzonte?

Le notizie dell’innalzamento dei tassi di interesse da parte della banche centrali è una mossa per contrastare il rischio di una spirale inflazionistica, spiegava qualche giorno fa il Fondo Monetario Internazionale. La cosa però solleva piú di qualche domanda e molte preoccupazioni in questo preciso momento storico con economie indebitate fuori dal normale per fare fronte alla ricostruzione post-pandemia.

L’inflazione, in parole povere

Funziona piú o meno così. Mettiamo il caso che le nostre economie si debbano fermare per un periodo piú o meno lungo di tempo. Spegniamo i motori. Poi, quando le cose vanno meglio, le aziende riaccendono i motori per soddisfare le nostre richieste.

Verosimilmente, andranno in difficoltá perchè ci saranno dei problemi di approvvigionamento considerato che tutte, piú o meno allo stesso momento, chiederanno ciò che le occorrerá per produrre.

Così, le materie cominceranno a scarseggiare e i prezzi di quelle a disposizione a salire per la legge della domanda e dell’offerta. La conseguenza è quella di avere meno prodotti di quelli che servono sul mercato e a prezzi piú alti.

Con ogni probabilitá, noi chiederemo ai nostri datori di lavoro un aumento di stipendio per fare fronte al caro vita. A sua volta, siccome quell’aumento salariale avrá un impatto sui suoi costi, per restare in campo il nostro datore di lavoro dovrá a sua volta aumentare i prezzi. E così via in una spirale che si autoalimenta.

Il ruolo delle banche centrali

Allora le banche centrali, per evitare che questo meccanismo vada avanti all’infinito, aumentano i tassi di interesse, ovvero il costo del denaro cresce. Così, prendere in prestito denaro costerá di piú e l’economia frena.

Insomma, prima che la situazione degeneri si cerca di metterci un freno. L’effetto è quello di avere una contrazione economica. E quando l’economia si contrae il rischio è quello di entrare in recessione.

Verso una nuova recessione mondiale?

In particolare sotto la lente degli analisti è finito l’atteggiamento aggressivo della Federal Reserve, la Banca Centrale americana, che cerca di contrastare l’inflazione americana che ha raggiunto quota 7%.

Raggiunto da Reuters, un analista ha dichiarato: “L’unico modo in cui la Fed può ridurre l’inflazione è rallentare la domanda, … e così facendo rischia di provocare una recessione o un forte rallentamento della crescita”.

Gli ha fatto eco un secondo che ha sottolineato come mentre solo poche settimane fa le persone “si preoccupavano di troppa crescita” ora sono “preoccupate di avvicinarsi alla parola R”. E trattandosi di una delle due piú grandi economie mondiali sono in molti a toccare ferro.

 

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