Fra un anno si vota. Davvero i partiti pensano di presentarsi agli elettori offrendo la stessa immagine scadente mostrata durante la battaglia per il Quirinale?
La qualità della democrazia dipende anche dalla qualità delle forze politiche. Che ora devono interrogarsi sui propri errori, sulle capacità dei loro leader e sulle loro identità per tirarsi fuori dal pantano in cui si trovano.
Se non lo faranno sarà un disastro per il nostro Paese e l’antipolitica populista troverà nuovo vigore.
Un anno fa, quando si insediò il Governo Draghi, La Discussione (https://ladiscussione.com/69805/politica/due-anni-di-esercizi-spirituali-per-i-partiti/) suggerì ai partiti di approfittare della tregua assicurata dall’esecutivo di unità nazionale per dedicarsi a ricostruire se stessi.
Poco o nulla è stato fatto e oggi ci ritroviamo con coalizioni spaccate, partiti dilaniati al loro interno, leadership incerte e assenza di visioni di ampio respiro. Anche chi ha avuto una condotta più lineare nella vicenda Quirinale risente della confusione generale e delle difficoltà di dialogo con gli altri partiti del suo schieramento.
Meloni e la ricostruzione del centro-destra
L’eclisse definitivo della leadership di Berlusconi lascia un vuoto profondo. Giorgia Meloni si dà il compito di rifare questa coalizione che finora è appara litigiosa, frammentata e senza una visione comune. E’ una sfida enorme che la giovane leader della destra sicuramente affronterà con determinazione. La Lega dovrà mettere in discussione la conduzione di Salvini e Forza Italia dovrà decidere se vuole pesare come area moderata o essere una pallida e irrilevante presenza, copia sbiadita di un passato che non c’è più.
I conti dei 5 Stelle
La leadership di Conte esce indebolita dalla vicenda Quirinale. Oltre al conflitto palese con Di Maio, il Movimenti sconta anche l’assenza di un vero dibattito interno sulla strategia di lungo termine. Tornano vecchie simpatie verso la Lega che certo non aiutano a consolidare i rapporti con il Pd
Il centrosinistra in cerca di ricuciture
Nei prossimi mesi si vedrà se il masochismo frazionista della sinistra farà altri danni o se Letta riuscirà a creare un clima di collaborazione con le varie anime, cercando di tessere buoni rapporti con Calenda e anche di trattenere Renzi in questo campo largo
La scelta finale di Renzi
Il leader di Italia viva deve ora decidere se rimanere nell’orbita del centrosinistra o provare ad aggregare un’area moderata dando una nuova casa a chi si sente stretto da una destra sempre più forte.
Intanto Draghi….
Il governo andrà spedito pe la sua strada, Ha tanto da fare e non può distrarsi.Per avere i 44 miliardi dall’Europa ci sono un centinaio di progetti da realizzare e una sessantina di riforme. Come auspicavamo due mesi fa ( https://ladiscussione.com/131046/politica/mattarella-draghi-il-tandem-salva-italia/ ) l’Italia ha nel tandem Mattarella-Draghi una carta vincente. Non c’è tempo da perdere.