È stato siglato un protocollo di intesa tra il Centro Studi Pio La Torre e l’Università di Palermo. Obiettivo dell’accordo è favorire la diffusione di una coscienza antimafia a livello nazionale e internazionale, promuovendo la ricerca su temi legati alla criminalità organizzata, la violenza di genere e la lotta alla corruzione. Grazie all’accordo saranno attivati stage, tirocini, borse di dottorato e promossa ogni iniziativa che abbia come orizzonte il contrasto alle nuove mafie.
“Il protocollo sancisce un rapporto di collaborazione che da più di vent’anni intercorre tral’Università di Palermo e il centro Pio La Torre – spiega Alessandra Dino, docente universitaria con delega per le ‘attività in ambito socio-umanistico alla terza missione, pianificazione strategica e cooperazione con il territorio’ – in questo modo, sarà possibile implementare ulteriormente le iniziative comuni e trasversali: dalle attività formative rivolte alle scuole alla promozione di progetti di studio che coinvolgano giovani ricercatori, fino agli interventi di ricerca-azione volti al contrasto della marginalità sociale, della violenza di genere e al miglioramento delle condizioni di vita nelle carceri. Un percorso di inclusione attento alle richieste del nostro territorio che ponga al centro del suo operare i valori della democrazia e dell’equità sociale e il contrasto alla corruzione e al crimine organizzato”. “Le attività del centro sono state apprezzate anche dall’Onu che ne ha riconosciuto lo ‘status consultivo’ all’Ecosoc – aggiunge Vito Lo Monaco, presidente del Pio La Torre – l’obiettivo è favorire, alla vigilia del 40esimo anniversario della Legge Rognoni –
La Torre una coscienza antimafiosa anche a livello internazionale. E questo protocollo riconferma il ruolo fondamentale della scuola, dell’Università, dei centri di ricerca e delle organizzazioni sociali intermedie per la crescita democratica del nostro Paese”. Da oltre 15 anni, infatti, i docenti di Unipa partecipano alle videoconferenze del centro rivolte agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, compresi quelli delle case circondariali. Agli studenti che partecipano al progetto educativo saranno anche riconosciuti crediti formativi universitari. Un’apertura al territorio che non riguarda soltanto i numerosi percorsi educativi e seminari, ma anche la messa a disposizione delle risorse del centro studi, come la biblioteca dell’associazione, a disposizione degli interessati.