C’è chi vuole a tutti i costi impedire ai migranti di raggiungere le nostre coste, a prescindere dai motivi che li spingono alla fuga, e chi, invece, lavora per la loro piena ed effettiva integrazione in modo da assicurare al nostro Paese un “ritorno” in termini economici e/o di qualità della vita.
A questo secondo caso si può certamente associazione l’Università degli Studi di Sassari, tra le prime in Italia in termini di garanzia del diritto allo studio per gli stranieri con protezione internazionale.
È bene precisare, a scanso di equivoci, che si tratta di persone che hanno ottenuto il riconoscimento dello status di rifugiato e, dunque, hanno pieno diritto, in base alle leggi ed alle Convenzioni internazionali, di restare nel nostro Paese.
A riprova di questo merito dell’ateneo sardo vi sono le cinque borse di studio ottenute messe a disposizione dalla Crui e dal Ministero dell’Interno.
Per il Rettore Massimo Carpinelli “il risultato premia il costante impegno per rafforzare l’internazionalizzazione dell’ateneo. Partiamo dal rafforzamento dei servizi agli studenti per costruire una Università inclusiva, che forma una generazione nuova e aperta alle sfide del mondo contemporaneo. Sassari è tra i pochi Atenei d’Italia con un delegato alle Politiche di integrazione dei migranti e rifugiati e partecipa attivamente al dibattito su questi temi”.
Gli studenti immatricolati a Sassari con borsa Crui hanno tra i 24 e i 28 anni, frequentano il secondo anno di “Mediazione linguistica e culturale” e “Gestione energetica e sicurezza”. I nuovi iscritti frequenteranno “Urbanistica” e “Scienze dei servizi giuridici”. Due provengono dalla Nigeria, gli altri tre da Sudan, Libia e Mali, lo Stato da dove arriva Bakary Coulibaly, che pochi mesi fa si è laureato in “Pianificazione e politiche per la città, l’ambiente e il paesaggio” proprio grazie a una borsa di studio della Conferenza dei rettori delle Università d’Italia.