Gli algoritmi e le tecnologie suscitano timori fra gli utenti riguardo alla protezione dei dati, ma la pandemia di Covid ha dimostrato la loro importanza.
La Swiss Digital Initiative (Sdi) ha quindi lanciato il primo marchio al mondo di responsabilità digitale delle aziende. L’obiettivo del marchio, che è valido per tre anni, è quello di far sentire i clienti sicuri nell’uso della tecnologia digitale fornita dalle aziende. Da parte loro, gli attori privati che offrono applicazioni possono mostrare la credibilità del loro impegno in questo ambito onorando nuove regole legali non vincolanti, spiega Sdi, fondazione con sede a Ginevra lanciata nel 2020 per promuovere principi etici nei progetti tecnologici. Lo riporta il portale informativo La Regione.
L’assegnazione di tale etichetta comprende 35 criteri che riguardano quattro campi: sicurezza, protezione dei dati, fiducia e un rapporto equo con l’utente.
L’obiettivo di questa iniziativa, sostenuta dal Consiglio federale, è che la società digitale moderna faccia propri valori fondamentali comuni, quale, ad esempio, il rispetto dell’uguaglianza di trattamento tra Stati. I grandi gruppi tecnologici “hanno una responsabilità crescente. Vogliamo ripristinare la fiducia nella tecnologia”, ha detto Doris Leuthard, presidente della Sdi. L’etichetta dovrebbe essere un punto di partenza per un movimento globale verso la responsabilità digitale.
Una decina di aziende svizzere hanno già ottenuto o sono in procinto di richiedere il marchio. Ma esso può essere richiesto per “qualsiasi servizio in qualsiasi parte del mondo” da aziende di altri paesi, ha precisato la ex consigliera federale. L’etichetta – ha sottolineato – è particolarmente significativa dove le conseguenze dell’uso del digitale sono grandi, dove questi servizi online non hanno alternative e dove sono sfruttati in molti territori. In particolare nella salute, nell’educazione o nella finanza.