Rudolf Levy, grande pittore ebreo tedesco del Novecento, appena un anno prima di essere deportato ad Auschwitz realizzò a Firenze il ritratto di giovane donna, ‘Fiamma‘: acquistata dagli Uffizi, l’opera è ora parte integrante delle collezioni del celebre museo fiorentino. In occasione del Giorno della Memoria, da domani sarà esposto a Palazzo Pitti, all’ingresso della Galleria Palatina, nel Corridoio delle Statue.
Il celebre dipinto, esposto a Tel Aviv nel 1968, e a Milano e Berlino nel 1995, fu scelto come immagine per la copertina del libro di Michele Sarfatti ‘Gli ebrei nell’Italia fascista.
Vicende, identità, persecuzione’ (Piccola Biblioteca Einaudi 2000), un classico sull’argomento. Levy (Stettino 1875-Auschwitz 1944) trascorse nel capoluogo toscano gli ultimi anni della sua vita: arrivato in città nel dicembre 1940, vi rimase e lavorò fino al 12 dicembre 1943, quando fu arrestato e deportato ad Auschwitz.
Se Firenze fu l’ultimo luogo dove Levy visse da uomo libero, il suo esilio era iniziato anni prima, nel 1933, a Rapallo, per proseguire, nel 1934-36 a Maiorca e, dopo un fallito tentativo di raggiungere New York, in Dalmazia, a Ischia e a Roma. Il ritratto ‘Fiamma‘ fa parte della sua ultima fase: dal 1938 Levy dipinge prevalentemente nature morte, paesaggi e ritratti.
A Firenze, dove soggiornò in Piazza Santo Spirito, nella Pensione Bandini in Palazzo Guadagni, l’artista dipinse alcune delle sue opere più significative, tra le quali anche il dipinto acquistato dagli Uffizi. “Rudolf Levy era uno dei più importanti artisti ebrei in esilio a Firenze durante la seconda Guerra Mondiale-ha sottolineato il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt-. Le sue opere, ispirate a Matisse, vennero messe nell’indice dell’ ‘arte degenerata’ dai nazisti. ‘Fiamma’ è il primo suo dipinto a entrare nelle collezioni degli Uffizi, e farà parte della mostra sull’artista in programma per il 2023, la prima monografica a lui dedicata, che le Gallerie stanno preparando da tempo insieme al Museo e Centro di Documentazione della Deportazione e Resistenza di Prato”.