L’atteso report della Banca d’Italia per gli indici di occupazione, ha buoni dati per l’Italia. La ripresa inizia a dare una spinta al lavoro con l’accentrarsi dei progetti del Piano nazionale di Ripresa, con gli incentivi del Superbonus per l’edilizia, e anche per i sostegni dati in generale alle imprese che sono riuscite a limitare i licenziamenti e ritornare ad assumere. Cifre e commenti sono contenuti nel rapporto “Il mercato del lavoro: dati e analisi” redatto dalla Banca d’Italia assieme al ministero del Lavoro e all’Agenzia nazionale per le politiche del lavoro, Anpal.
Occupazione maschile
Il dato più significativo che la ripresa dell’economia premia gli inserimenti di lavoro maschile, ma anche per le donne ci sarà una sensibile crescita nei prossimi mesi. Per gli uomini si sono raggiunti i livelli pre pandemia, quindi gli indici occupazionali del 2018-19; la lettura dell’andamento femminile invece mostra una ripresa che, stando alle proiezioni, dovrebbe superare i livelli segnati prima dell’arrivo del Covid. È attesa una crescita più robusta di quanto erano i dati del 2018.
I numeri della crescita
Il recupero di ciò che si è perso durante la pandemia, secondo Bankitalia e Anpal, è stato man mano recuperato nel 2020-21. “Sono stati attivati, al netto delle cessazioni, circa 560mila nuovi posti di lavoro alle dipendenze, rispetto ai 605mila del biennio precedente”. La ripresa poi significativa si è avuta nel 2021 quando l’andamento delle posizioni di lavoro alle dipendenze si è rafforzato. A giudizio degli analisti, “da giugno il numero di contratti è tornato sui livelli prevalenti prima dello scoppio della pandemia e, negli ultimi mesi dell’anno, ha quasi raggiunto i livelli di crescita che si sarebbero registrati se l’evoluzione della domanda di lavoro si fosse mantenuta, anche durante l’emergenza sanitaria, sugli stessi ritmi del periodo 2018-19”. A margine si può ricordare che questa era la previsione fatta da Confindustria contestata dai sindacati che temevano per l’estate scorsa con la fine del blocco dei licenziamenti, una debacle generale per il mondo del lavoro. Tuttavia Bankitalia e l’Agenzia nazionale per le politiche del lavoro, segnalano come il contenimento della disoccupazione e le nuove assunzioni siano state favorite proprio dal ricorso diffuso a uso degli strumenti emergenziali di integrazione salariale, previsti e attuati dal Governo di cui è previsto il graduale superamento nel 2022.
I licenziamenti e contratti a termine
Nel report si sottolineano anche i dati negativi, ossia i licenziamenti, che rimangono contenuti e legati alla dinamica di contratti a termine.
“Nel 2021 i licenziamenti sono rimasti su livelli mediamente bassi”, prosegue la nota, “27mila contratti cessati ogni mese con questa causale nella media del 2021, -40% rispetto al 2019”. Poi con la fine del blocco dei licenziamenti: il 30 giugno scorso per l’industria, e il 31 ottobre per i settori del tessile e dell’abbigliamento, si è determinata la perdita del lavoro come riflesso di esuberi previsti nei mesi precedenti.
La prospettiva 2022
Nello studio “Il mercato del lavoro: dati e analisi”, si sottolinea come il rallentamento della produzione manifatturiera sua stata “ampiamente” compensata dalla forte accelerazione delle attività edili. Mentre i
settori più colpiti nel 2021 che ancora oggi sono in forte sofferenza come ristorazione e turismo, avranno ampi margini di recupero e di crescita nel corso dell’anno. Il report ha un orientamento con un’accentuazione ottimista, con il prossimo passare dei mesi.