lunedì, 16 Dicembre, 2024
Ambiente

In Lombardia oltre 600mila ettari di foreste, +3% in 10 anni

La superficie forestale in Lombardia è di 619.726 ettari e ricopre il 26% del territorio regionale. Lo ha comunicato l’ERSAF (‘Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste’) oggi pomeriggio nella seduta congiunta della Commissione Permanente Agricoltura e della Commissione Speciale Montagna. La Lombardia è così la quarta Regione in Italia per estensione di boschi e foreste e, secondo quanto riferito dal Presidente di ERSAF Alessandro Fede Pellone, ogni lombardo ha a disposizione 622 mq di foresta. La superficie boscata nella nostra regione nel decennio 2009-2018 è aumentata complessivamente del 2,7% con un incremento medio annuo di 1.758 ettari che comprende un’espansione naturale del bosco di 1.699 ettari l’anno e la realizzazione di nuovi boschi per 176 ettari ogni anno.

La provincia con la maggiore superficie boscata è Brescia, con 171.469 ettari, mentre Como e Lecco sono quelle con il maggiore tasso di boscosità con il 47% del territorio coperto da bosco. Nelle foreste lombarde sono presenti ben 17 specie, a dimostrazione della grande biodiversità del territorio. Gli alberi più rappresentati sono castagni (11,3%), abeti rossi (11,1%), carpini neri (10,8%) e faggi (10,4%). ‘Le funzioni di produzione, protezione, benessere sociale e conservazione della biodiversità che il bosco è chiamato ad assolvere devono essere conservate attraverso una oculata gestione delle risorse disponibili. È pertanto necessario pianificare gli interventi in modo che i prelievi di massa legnosa siano sostenibili, favorendo in questo modo la stabilità e la qualità dei boschi. Regione Lombardia persegue questi obiettivi su scala territoriale attraverso i “Piani d’indirizzo forestale” e a livello locale con i “Piani di Assestamento forestale”, ha dichiarato il presidente della Commissione Agricoltura Ruggero Invernizzi.

‘La lotta al cambiamento climatico – spiega Gigliola Spelzini, presidente della Commissione Montagna – passa soprattutto dalle piante, le nostre più importanti alleate contro l’effetto serra e il riscaldamento terrestre per la loro fondamentale capacità di assorbire anidride carbonica. Ecco perché noi abbiamo il dovere di intervenire con progetti concreti, idee e risorse per dare un futuro migliore ai nostri figli’. Boschi e foreste rappresentano la principale ‘arma’ contro le emissioni. Garantiscono una protezione del suolo e delle acque, la conservazione della biodiversità, la qualità del paesaggio e sono, soprattutto, un ‘serbatoio’ di CO2. Il patrimonio forestale lombardo, infatti, è in grado di assorbire ogni anno 3,15 tonnellate di anidride carbonica, la principale responsabile del surriscaldamento della terra.

Un albero assorbe nell’arco di 30 anni di vita 4.807 tonnellate di CO2. E se è vero che un chilometro in automobile produce 118 grammi di CO2, significa che un albero è in grado di eliminare dall’atmosfera le emissioni prodotte in 40.700 km, più di ciò che percorre un’auto per fare il giro della terra (dati Istituto di Biometereologia del Cnr). I ‘Piani di Indirizzo Forestale’ (PIF) vigenti gestiscono il 71% della superficie boscata regionale, corrispondenti a 440 mila ettari. Nel 2020 sono stati approvati sei nuovi PIF: Comunità Montana Lario Orientale – Valle San Martino; Comunità Montana Valle Seriana – Alta Valle; Comunità Montana Valle Seriana – Clusone; Comunità Montana Valle Seriana – Castione della Presolana; Comunità Montana Valle Brembana – Alta Valle; Comunità Montana Val Chiavenna. Sono, invece, quattro i nuovi ‘Piani di assestamento forestale’ (PAF) entrati in vigore che hanno portato il totale dei PAF a 87.

La superficie pianificata complessiva è di 145.733 ettari ed è costituita prevalentemente da boschi (75.008 ettari, 52%). Nel triennio 2021-2023 saranno 25 i PAF in scadenza, mentre quelli ‘in ingresso’ saranno 48. In crescita gli indicatori di qualità relativi alle certificazioni internazionali FSC e PEFC: la superficie ‘certificata’ passa da 69.711 ettari a 70.667 ettari e i boschi da 67.621 ettari a 68.596 ettari. Sono 4.519 le strade inserite nel ‘Sistema della Viabilità Agro-Silvo-Pastorale’ per un’estensione di sei chilometri e mezzo sul territorio di 363 Comuni. Rispetto al 2019 si registra una riduzione di 38 strade e 71 chilometri. Ciò a causa dell’aggiornamento del sistema informativo e delle richieste di cancellazione dei Comuni e degli Enti montani per le difficoltà di gestione.

Le strade in fase di progettazione o costruzione sono 1.315 per uno sviluppo di circa un chilometro e 600 metri. Nel 2020 si sono registrati 143 incendi boschivi (44 in meno rispetto al 2019) che hanno interessato una superficie complessiva di 1.332 ettari di cui 1.195 boscati (l’89%). Un numero inferiore alla media regionale dell’ultimo decennio (pari a 171 incendi/anno), mentre la superficie coinvolta è pari a 9,3 ettari/anno in linea con la media degli ultimi dieci anni. Il 60% degli inneschi è dovuto all’uomo e ha avuto origine volontaria o involontaria (rispettivamente il 38% e il 21%). Il 37% è dovuto a cause dubbie o non classificabili a dimostrazione della complessità delle attività di indagine per i reati di incendio boschivo. Solo tre sono stati quelli riconducibili a cause naturali. L’80% degli incendi ha avuto un’estensione inferiore a un ettaro, mentre due soli grandi incendi di oltre 500 ettari nel bresciano hanno riguardato l’82% della superfice totale coinvolta: si tratta di quelli avvenuti sul territorio dei Comuni montani di Casto (524 ettari di cui 459 boscati) e Bione (576 ettari di bosco).

La provincia di Como è quella con il maggior numero di incendi boschivi (40) e Brescia è quella con la più estesa superficie percorsa dal fuoco (85,3% del totale). La lotta agli incendi ha coinvolto 3.224 operatori e Regione Lombardia ha stanziato oltre un milione e mezzo di euro per le attività di prevenzione e ripristino e quasi quattro milioni di euro per il servizio areo, la gestione della rete radio, la formazione di Carabinieri Forestali e Vigili del Fuoco. Il volume di legname tagliato nel 2020 è pari a 531.238 metri cubi distribuiti su 7.062 ettari, in calo del 14% rispetto all’anno precedente quando si era verificato un ‘picco’ legato all’effetto della ‘tempesta Vaia’ che a fine ottobre 2018 travolse i boschi della Lombardia oltre a quelli del Trentino, dell’Alto Adige e del Friuli Venezia Giulia. L’uso prevalente del legname tagliato è quello energetico (l’85%), mentre solo il 13% è destinato al settore dei mobili.

Un dato che, considerata la crescita costante dei nostri boschi e delle nostre foreste, sottolinea la necessità di sviluppare la ‘filiera bosco – legno’, determinante per lo sviluppo economico di intere aree della Regione. La provincia in cui è stato richiesto più legname è Brescia con 128.888 metri cubi (il 24% del totale), seguita da Varese (98.800 metri cubi, 18%) e Bergamo (83.806 metri cubi, 15%). Questi tre territori rappresentano il 58% del totale regionale. In Lombardia è l’abete rosso l’albero più richiesto con tagli per 91.325 metri cubi, davanti alla robinia (74.432 metri cubi). Seguono castagno, faggio e frassino. Sono 322 le aziende iscritte all”Albo Regionale delle Imprese Boschive’ (quattro in più rispetto al 2019) che impiegano quasi 1.700 persone.

Nel 2020 le imprese boschive hanno tagliato 220.644 metri cubi di legname su 2.245 ettari di boschi che corrispondo al 41,5% (meno 4,6% rispetto al 2019) del totale lombardo. La provincia in cui le imprese boschive lavorano di più è Sondrio con 52.095 metri cubi di legname tagliato (il 24% del volume totale), seguita da Brescia e Varese (entrambe al 22%). Quasi tutto il legname lavorato dalle imprese boschive è destinato alla commercializzazione (il 97%) e utilizzato per fini energetici (il 73%). Le imprese boschive operano su proprietà private (il 56% del legname lavorato) e su proprietà comunali (il 41%). I Consorzi forestali (CF) in Lombardia sono 23 e gestiscono, complessivamente, 92.350 ettari di terreni costituiti soprattutto da boschi (81.805 ettari pari al 13% del totale regionale).

I Consorzi, associazioni volontarie senza fini di lucro, sono il «braccio operativo» dei Comuni soci e dei privati che affidano loro la gestione diretta delle proprietà agro-silvo-pastorali al fine di sviluppare le risorse forestali, prevenire il dissesto idrogeologico e garantire il presidio del territorio. Il ‘Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020’ ha messo a disposizione un milione e 160 mila euro a sostegno del sistema agricolo e forestale. Risorse destinate a investimenti nelle infrastrutture necessarie all’adeguamento dell’agricoltura, alla salvaguardia e alla valorizzazione dei sistemi delle malghe, al sostegno dei progetti di forestazione e imboschimento, al ripristino dei danni alle foreste e allo sviluppo delle capacità di mettere sul mercato i prodotti forestali.

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