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Draghi, Governo e Quirinale. Rebus senza soluzione? Forse no

Buio fitto sulla corsa al Colle
mercoledì, 12 Gennaio 2022
1 minuto di lettura

Se i partiti -tutti o quasi- chiedessero a Mattarella di restare, difficilmente il capo dello Stato uscente potrebbe dire di no. Draghi continuerebbe a guidare il governo e tutto filerebbe liscio. Un’ipotesi che potrebbe diventare realtà se -come si dice in gergo- i partiti si incartassero rendendo impossibile l’elezione di un Presidente. Per ora i giochi sono bloccati.

Draghi era stato chiaro: senza di me il governo può andare avanti ma se a votarmi fosse una maggioranza diversa da quella attuale per il governo sarebbe un problema. E il problema c’è.

Salvini e Meloni in prima battuta voteranno per Berlusconi ma sono pronti a cercare altre soluzioni di centrodestra se i voti dovessero mancare al fondatore di Forza Italia.

In ogni caso Salvini e Tajani sono stati chiari: se Draghi va al Quirinale non sosterranno alcun governo di unità nazionale. Salvini sarebbe contento di andare all’opposizione per togliere il monopolio a Meloni.

Quale governo potrebbe nascere senza Lega e Forza Italia? Un centrosinistra con dentro Pd-5S, Italia Viva e Coraggio Italia? Sulla carta si. Ma Letta e Conte non accetterebbero di stare agli ordini di Renzi. E quindi si andrebbe alle elezioni.

L’ipotesi di Draghi al Quirinale con un governo debole o inesistente ed elezioni in tarda primavera spaventa mezza Europa, Francia, Germania e Spagna in primis, fa venire il sangue al cervello ai mercati che si fidano solo di Draghi e temono un’Italia senza governo per 5 mesi (tanto ci mettiamo dallo scioglimento delle Camere alla formazione del nuovo esecutivo, ammesso che dal voto emerga una maggioranza chiara).

I calcoli dei partiti potrebbero rivelarsi sbagliati. Il partito che rischia di più è la Lega. A Salvini potrebbe non dispiacere che Draghi vada al Quirinale, così avrebbe un motivo per passare all’opposizione. Ma se poi tutto saltasse per aria e invece di un governo debole ci fossero le elezioni? Salvini avrebbe fatto un regalo a Meloni, Conte e Letta. Un ennesimo autogol che il “capitano” non può permettersi.

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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