L’Occidente sa bene che non può ripetere l’errore commesso a Monaco nel 1938 che diede via libera all’aggressione nazista in Europa. Non può permettere che la paura di un conflitto armato porti alla passività, mentre un Paese indipendente che cerca di unirsi alla famiglia europea subisce una pressione autoritaria che vuole bloccarne la strada. Le democrazie occidentali, e gli europei centrali in particolare, ricordano le dure lezioni del secolo scorso che la Russia minimizza e vedono l’azzardo di Putin per quello che è. Gli Stati Uniti e l’Europa non negozieranno alle spalle dell’Ucraina per svendere la sua indipendenza, e Putin probabilmente si muoverà per raggiungere i suoi obiettivi con la forza militare.
I leader occidentali hanno già escluso l’intervento militare diretto se la Russia invade. Starà agli Ucraini combattere e morire. L’Occidente risponderà in modo asimmetrico, ma la maggior parte delle opzioni asimmetriche nel loro playbook sono prevedibili e sono state telegrafate nel corso degli anni da politici e esperti; quindi, sono già state incluse nei piani della Russia. Le più evidenti sono le sanzioni economiche, un’area di cronica debolezza asimmetrica per la Russia, la cui produzione economica è circa la stessa dello Stato di New York. L’Occidente ha usato le sanzioni molte volte nel corso degli anni, preferendole alle cosiddette risposte che includono il blocco del gasdotto Nordstream-2 o lo sfratto della Russia dal sistema di transazioni finanziarie SWIFT. Queste avrebbero certamente conseguenze durissime, ma un’invasione russa dell’Ucraina giustificherebbe il loro uso.
Altre, più difficili opzioni asimmetriche guidate dai governi includerebbero fornire agli ucraini una tecnologia militare più capace e una condivisione più profonda delle informazioni di intelligence e delle capacità di raccolta. Eppure, anche queste sono prevedibili, e i russi probabilmente pensano di poterli superarle. Tuttavia, i conflitti nella vita reale scatenano potenti fattori umani che portano molta più incertezza. I russi combattono come leoni per difendere la loro patria, ma vendere un’invasione dell’Ucraina ai soldati russi e al pubblico russo come “liberazione” sarà più difficile quando si troveranno a combattere contro gli ucraini e non contro la Nato. Il casus belli che Putin cerca è debole. Può avere effetto con l’élite della sicurezza nazionale russa, ma il popolo non è sciocco ed è stanco di essere preso in giro. In questo caso, toccherà agli ucraini il ruolo di leoni che difendono la loro terra, le loro case e l’indipendenza.
La più potente risposta asimmetrica a un’invasione militare russa dell’Ucraina, tuttavia, non sarà lanciata da nessun governo. Sarà la reazione viscerale della società civile all’ingiustizia cui sarà data voce da una coraggiosa libera stampa. I tentativi del regime russo di controllare l’accesso dei russi alle informazioni mettono in luce la più grande paura di Putin, la paura di tutti gli autoritari: il suo stesso popolo. Ha ragione a preoccuparsi. I suoi argomenti di guerra si stanno esaurendo. La più grande minaccia ai suoi piani, soprattutto se coinvolgono la guerra, è che non sarà in grado di impedire alle persone di smentirlo e comunicare direttamente con la popolazione russa. Lui ci proverà a tirar fuori tutti i mezzi per impedirlo.
I governi occidentali, a loro volta, faranno del loro meglio per infrangere il blocco delle informazioni della Russia in caso di conflitto, ma gli sforzi più riusciti senza dubbio sorgeranno spontaneamente dalla ingegnosità dalla gente e di soggetti che troveranno il modo per collegarsi con gente russa che la pensa come loro e che vuol e scoprire la verità :non si tratta di governi ma di persone e organizzazioni che hanno condotto indagini sull’abbattimento del volo Mh-17, l’avvelenamento di Sergei Skripal e Alexei Navalny e sui Panama Papers.
Putin avrà difficoltà a difendersi da questa dinamica perché è intrinsecamente incapace di capirla. Per lui, la società civile è qualcosa che è guidata dallo Stato, non il contrario. La “rivoluzione arancione” del 2004 e la rivolta “Maidan” del 2014 nel suo modo di vedere non erano eventi popolari spontanei provocati da enormi errori politici, ma “operazioni” o “progetti” condotti da servizi speciali stranieri deliberatamente progettati per minare la Russia. Ci crede perché è quello che fa. In questo senso, questa sarebbe la forma più pura di risposta asimmetrica, che Vladimir Putin è incapace di vedere. (2 – fine)
traduzione a cura di Sofia Mazzei
*Esperto di intelligence, è stato per 30 anni nel servizio clandestino della Cia