venerdì, 15 Novembre, 2024
Attualità

PNRR. Infrastrutture: 61 miliardi per porti, ferrovie e reti idriche

Porti, ferrovie e mobilità sostenibile. Sono i tre assi nelle mani del Governo per il Piano nazionale di Ripresa che da soli raccolgono una cifra eccezionale: 40,4 miliardi di euro, più risorse aggiuntive calcolate in 21 miliardi. Maxi investimenti per 10 riforme e un totale di 20 investimenti, che renderanno realtà una Italia del domani più moderna e ben collegata. I tempi di attuazione dei progetti sono in successione e a rapida scadenza, almeno sulla carta. Si tratta di infrastrutture che proprio per il loro impatto sull’economia dei luoghi, e il livello alto degli investimenti sono soggetti ad una attenzione maggiore, a tutti i livelli. A sottolinearlo è il Presidente del Consiglio Mario Draghi in un accorato invito a fare bene e in modo trasparente: “Abbiamo il dovere di spendere in maniera efficiente e onesta”, indica il Premier, “E di avviare un percorso di riforme per rendere l’economia italiana più giusta e più competitiva, capace di riprendere un sentiero di crescita che abbiamo abbandonato un quarto di secolo fa”.

Potenziamento dei Porti

Molti progetti sono in scadenza nel 2022. Per rispettare una intensa tabella di marcia è scattata la “Semplificazione delle procedure”, questo vale in particolare per gli scali marittimi.
Ci sarà un processo di pianificazione strategica portuale, con una Penisola che può vantare uno Scalo ogni trenta chilometri ci saranno investimenti ma anche nuove regole.

Concessioni e controlli

La riforma prevede un intervento di regolamentazione per garantire un’aggiudicazione “maggiormente competitiva” delle concessioni nelle aree portuali. In particolare, il regolamento del Pnrr disciplina la durata delle nuove concessioni; i poteri di supervisione e controllo delle autorità che rilasciano la concessione; le modalità di rinnovo; il trasferimento degli impianti al nuovo concessionario al termine della concessione; i limiti dei canoni minimi a carico dei licenziatari.
Semplificazione delle procedure di autorizzazione riguarderà anche gli impianti di “cold ironing”. La riforma mira a semplificare le procedure per avviare progetti di cold ironing (principalmente connessi all’elettrificazione delle banchine) al fine di garantire una riduzione delle emissioni in porto delle navi riducendo gli impatti ambientali in aria e in mare.

Ferrovie, subito i progetti

Per tutti gli interventi ferroviari, che rappresentano una parte significativa degli investimenti di competenza del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, sono già stati avviati gli iter progettuali a diverso livello. La scansione prevede, secondo le indicazioni del Piano nazionale di Ripresa, “un progetto definitivo o progetto di fattibilità tecnico-economica, a seconda della maturità dell’opera”. Rispetto a questi interventi, il principale “soggetto attuatore” è Rete ferroviaria italiana. I progetti sono stati già inseriti nel “Contratto di programma” firmato a fine novembre.
L’attività di rendicontazione si baserà sul rapporto trimestrale di monitoraggio di Rete Ferrovie Italia. In generale, proprio a dimostrazione che l’impegno del Piano procede a ritmo sostenuto, il ministero ha sostanzialmente concluso la fase di attribuzione e ripartizione delle risorse ai diversi enti e società attuatori.

Le risorse assegnate

Complessivamente per gli investimenti previsti in ambito Pnrr e Piano Complementare è stata realizzata la ripartizione e l’assegnazione delle risorse per complessivi 60,1 miliardi di euro – di cui 59,2 miliardi di
competenza diretta del Ministero per le infrastrutture e la mobilità sostenibile – pari al 98 per cento del totale.

Gli investimenti

Finora è stata programmata la ripartizione e l’assegnazione delle risorse per 39,6 miliardi di euro di competenza diretta e indiretta del Ministero per le infrastrutture e la mobilità sostenibile, 98,1 per cento del totale. Ci sono poi gli investimenti del Piano Complementare, anche in questo caso è stata realizzata la ripartizione e l’assegnazione delle risorse per tutti gli interventi previsti di competenza del Ministero per 20,6 miliardi di euro, ossia per il 97,9 per cento del totale.

Gli interventi

Molto si è discusso sul tipo di interventi a cui il Piano nazionale di Ripresa ha dato la priorità. Oggi è possibile fare una ricognizione, il  75,6 per cento riguarda opere pubbliche come ad esempio infrastrutture
di linea o portuali. Il 10,6 per cento investimenti che prevedono contestualmente la realizzazione di un’infrastruttura e l’acquisto di beni e servizi come il potenziamento delle linee e del materiale rotabile. L’11,3 per cento l’acquisto di beni e servizi come autobus. Il 2,5 per cento prevede contributi in conto capitale a imprese nel rispetto della disciplina per gli “aiuti di Stato”. Come gli interventi su navigazione green/rinnovo della flotta, filiera industriale della mobilità sostenibile.

Dove vanno i fondi

Le “allocazioni” territoriale premiano il Sud a cui viene assegnato quasi il 50 per cento delle risorse. “La percentuale sale al 61 per cento”, si sottolinea nella nota di presentazione del Pnrr, “se si considerano esclusivamente le nuove risorse messe a disposizione, in  quanto la percentuale delle risorse già assegnate a legislazione vigente e fatte confluire nel Pnrr risente di decisioni assunte nel passato che vedeva un ruolo preponderante del Nord”.

A quali enti e società

Se poi si considerano gli Enti e le Società i fondi sono stati assegnati come soggetto attuatore a Rete Ferrovie Italia responsabile di circa il 57 per cento degli investimenti, mentre un ulteriore 11,4 per cento è assegnato ai concessionari e società di gestione come società di gestione di infrastrutture idriche, Anas e concessionari autostradali.
Il 21,9 per cento è attribuito agli Enti territoriali, il 4,9 per cento alle autorità portuali, il 2,5 per cento alle imprese e il restante 2,3 per cento ai Provveditorati per le Opere Pubbliche del Ministero per le
infrastrutture e la mobilità sostenibile.

Il sistema idrico

Nel Piano c’è la sistemazione di infrastrutture di diverso tipo e impatto come quella primaria della distribuzione idrica. Campo in cui l’Italia vanta il primato negativo di avere reti colabrodo e una dispersione del 40% delle risorse. Proprio per dare una priorità e velocizzare le realizzazioni si è dato il via libera ad una “Semplificazione normativa” e al rafforzamento della Governance come per gli investimenti nelle infrastrutture di approvvigionamento idrico.

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