Solo “narrazioni” e strumenti burocratici e “politici”. È la critica della Uil Scuola al Governo per l’ipotesi ventilata in questi giorni di lasciare in DaD gli studenti non vaccinati. Eventualità poi confermata dal Consiglio dei ministri che per il sindacato diventa discriminatoria.
Troppe carenze
“Siamo seri, almeno con i minori che non possono neanche scegliere”, afferma il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi. Le critiche fioccano e riguardano le mancate realizzazioni.
“Nulla è stato fatto in termini di strategie di interventi strutturali”, elenca con disappunto la Uil, “niente distanziamento, niente dispositivi per controllo dell’aria nelle classi che restano super affollate, niente presidi sanitari, niente tracciamento. Solo narrazioni e strumenti burocratici e politici”.
No alle criminalizzazioni
Il solo affacciarsi dell’ipotesi di mettere in Dad gli studenti non vaccinati, secondo la Uil “crea indignazione e rifiuto”. “Una tattica usata spesso nei confronti dei cittadini messi nella condizione di essere criminalizzati
Ora si pensa addirittura di discriminare gli studenti?”.
No a discriminazioni
“Intollerabile”, osserva il segretario generale Uil Scuola, “Il diritto universale allo studio negato addirittura per ragioni che non attengono all’individuo, ma alla famiglia di appartenenza, è inaccettabile.
Ci stiamo abituando”, troppo spesso, sottolinea Turi, “alle discriminazioni e alle divisioni. Continuando su questa strada non solo non si risolve il problema sanitario ma si perde la democrazia di un Paese che deve affrontare i problemi con soluzioni unitarie, non discriminanti. E l’idea di lasciare i non vaccinati dietro uno schermo davvero non l’accetta più nessuno.
Quelli che non hanno altra idea che la loro, da imporre, costringere, vessare per raggiungere l’obiettivo della vaccinazione di massa, che si può condividere nel merito ma non nel metodo, come faranno a sapere chi è vaccinato e chi no visto che non c’è l’obbligo vaccinale? Con la delazione, con la confessione o come?”.
Le rassicurazioni del ministro
“C’è stata una discussione articolata e serena, che si è conclusa all’unanimità: la scelta di fondo è che si torna ad una scuola in presenza e in sicurezza”, spiega il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, a commento delle nuove misure che modificano la gestione dei casi Covid a scuola. Per gli alunni tra 0 e 6 anni, ha aggiunto, “è stato deciso il massimo di tutela”, mentre per i più grandi tutta la classe andrà in Dad con tre positivi. “Un intervento molto articolato che va incontro alle richieste delle Regioni”. Ma conclude Bianchi, “si va in DaD solo per 10 giorni, in modo che si sappia prima quando inizia e quando finisce”.