Non esiste più la Lega di governo distinta da quella di piazza. La prima guidata dal ministro Giorgetti la seconda agli ordini di Salvini. Dopo il voto unanime sulla linea del segretario, il consiglio federale di Novembre ha annullato l’assemblea programmatica dove sarebbe dovuta avvenire la resa dei conti.
E così Salvini ha ormai buon gioco nell’imporre le sue decisioni a Giorgetti e Garavaglia che devono obbedire. Se non lo fanno, vengono sconfessati dal capo e costretti alle dimissioni. Draghi potrà continuare a restare a Palazzo Chigi in questo clima? L’idillio del suo Governo sembra finito.
Si spiega così la contrarietà della Lega agli orientamenti di Draghi che era per una linea dura nell’estensione del super green pass e l’obbligo vaccinale.
Dopo 10 mesi Draghi deve prendere atto che un partito della coalizione intende fare di testa propria e che punterà i piedi fino a rischiare la rottura.
Questa volta è toccato alle misure sanitarie. Ma non si può escludere che il metodo dell’altolà leghista possa estendersi ad altre scelte che il Governo dovrà adottare nel prossimo anno.
Insomma si annunciano mesi difficili per Draghi: se la pressione della Lega crescerà anche gli altri partiti cercheranno di fare altrettanto per evitare che Salvini possa intestarsi il merito di aver imposto la sua linea al Governo. E si innescherà un gioco al rialzo che finirà per incendiare il clima nella maggioranza e paralizzare l’azione del Governo. Come si potranno attuare una sessantina di riforme e 102 progetti in questo clima è un mistero. Ma la domanda più grave è questa: Draghi avrà voglia di fare il san Sebastiano della politica ed esporsi a frecciate che finirebbero per sminuirne l’autorevolezza e il prestigio?
Una domanda cruciale a 20 giorni dall’elezione del Presidente della Repubblica. Draghi sarà, forse, ancor più convinto che per lui è meglio lasciare la barca del Governo e puntare al Quirinale.