Si respira un’aria nuova, viva e frizzante – piena di speranza pur nelle difficoltà del momento (pandemia) e nella consapevolezza di sempre (esistenza della ‘ndrangheta) – nella “mia” Calabria.
Sensazione che mi ha pervaso pienamente in occasione di una mia rapida escursione tra Locri e Tropea, ovviamente passando dallo Jonio al Tirreno con le scomode strade che attraversano la “Montagna”: l’Aspromonte, per i non Locridei, che non significa monte aspro, arcigno, ma “monte lucente”, dal greco άσπρο, “aspro” cioè bianco, luce.
Con il che ho anche segnato i confini del mio territorio del cuore – Riviera dei Gelsomini, “Montagna”, Costa degli Dei – pur essendo un amante di tutta la Calabria, dall’incredibile Stretto al Pollino, con la passione che solo chi ne vive lontano da più di cinquant’anni può avere. Il periodo natalizio lo trascorro a Roma, da quando alcuni decenni fa, il mio primo figlio protestò con un pianto di fronte alla gioia che manifestavo per l’imminente partenza per trascorrere il Natale in Calabria: «Papà, il Natale si passa a casa» e, per la prima volta, ebbi la consapevolezza che la mia “casa” non era quella dei miei genitori, ma quella mia.
All’epoca c’era un abisso tra le luci di Natale della città. Non mi aspettavo, quindi, tornando quest’anno in periodo prenatalizio, di trovare a Tropea, il “Borgo più bello d’Italia 2021”, la meraviglia di decorazioni e di luminarie in ogni angolo del suo centro storico, in ognuno dei suoi spettacolari “affacci”. Veramente un invito a una visita che, devo dire, mi sembra sia stato colto dai turisti e che mi auguro non sia rovinato dal Covid.
Non una illuminazione casuale, ma, da quello che ho capito, il frutto di un lavoro avviato da tempo per un sistema di illuminazione pubblica “intelligente” ed ecologico, grazie all’adesione al progetto Public Energy Living Lab ed all’accordo stipulato dal Sindaco Giovanni Macri con la Consip, che porterà anche ad un notevole risparmio energetico e ad una forte riduzione di emissioni di CO2.
Sorpresa, quindi, di arrivare in un borgo già di per sé bellissimo ed affascinante, reso ancora più godibile dalle luci di Natale.
Sorpresa anche di vedere confermata una “sorpresa” scoperta la scorsa estate, in occasione della presentazione, sempre a Tropea, di un libro d’amore di Arcangelo Badolati, “La Calabria delle meraviglie” (LPE, 2021), nell’ambito della “rassegna letteraria Città di Tropea” nella suggestiva Santa Chiara. Tra gli organizzatori una giovane donna, una ragazza direi, Chiara Condò, titolare de “La libreria meridiana” e che risponde a tono alla mia provocatoria domanda su cosa faccia d’inverno, quando la libreria è chiusa: «la mia libreria è sempre aperta. Io sono una libraia!». In effetti, scopro in questa mia sortita prenatalizia, la libreria è aperta. Ci entro e chiedo il bel volume “Locri”, edito da Rubbettino, sicuro dì una risposta negativa, sia per l’argomento dì nicchia, archeologia, legata per di più ad un sito lontano, sia per il costo elevato (è un volume fotografico, bellissimo). Ci pensa su per un secondo e, sicura, trae da uno scaffale una copia, che acquisto subito (per inciso ieri non l’ho trovato a Roma, né da Feltrinelli a Largo Argentina, né da Mondadori a Piazza Cola dì Rienzo). Con l’occasione acquisto anche la magnifica e rara stampa di Paul Draper, “Tropea immaginata 1782”, voluta dal Club locale dell’Unesco, presieduto da Peppino Romano, già sindaco della cittadina, all’epoca in cui si inneggiava alla statuaria bellezza greca classica…
Scambio con Chiara Condò qualche chiacchiera sulle sue esperienze passate, in librerie storiche al nord, sul testimone idealmente raccolto da una precedente libreria dì Tropea, dì come usa i social, dei gruppi dì lettura e come l’inverno, più tranquillo rispetto all’affollata estate, sia proprio il momento migliore per preparare lavoro ed interesse. Insomma, una libreria che è veramente un centro culturale, un luogo dì incontro e che rende onore alla provincia ed al territorio di Vibo Valentia, Capitale italiana del Libro 2021, con in prima fila due donne (anche questo è un segno del cambiamento culturale), la Sindaca Maria Limardo e la Presidente della locale sezione del FAI, Teresa Saeli, che è anche la gelosa custode del preziosissimo Codice Romano Carratelli, fiore all’occhiello della collezione dell’indimenticabile e rimpianto amico Micuccio.
Tropea nel 2021 era candidata oltre al Borgo più bello, anche al riconoscimento di Capitale della Cultura. Non c’è l’ha fatta, ma il testimone è stato raccolto a Locri, da Francesco Macri, presidente del GAL della Locride: che, intelligentemente candida l’intero territorio e con un obiettivo a lungo termine, il 2025. Le tradizioni culturali della Locride, territorio tutto da scoprire e sorprendente sia per alcune inarrivabili bellezze naturali, che per l’unicità dì monumenti e tradizioni, sono veramente importanti: non a caso ho proposto da queste colonne il Liceo Classico “Ivo Oliveti” al Nobel per la cultura, per l’incredibile numero dì eccellenze in vari campi, che lì si sono formate.
Anche nella Locride iniziative natalizie che danno speranza. Ma lo spazio che mi è concesso è terminato. Ne parlerò più in là, inevitabilmente: perdonatemi, ma è amor ch’al cor gentil ratto s’apprende. Buon Natale a tutti.