Gli ammortizzatori sociali Covid, vanno confermati. È la richiesta dei sindacati che rivolgono al Ministro del lavoro, Andrea Orlando. Indicano anche una data, quella del 31 marzo.
Situazione difficile
“Ci preoccupa molto”, fa presente la Segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese, “il perdurare di una diffusa situazione di difficoltà in alcuni comparti, in particolare dei servizi, del terziario, di alcuni settori industriali e dell’artigianato. Il perdurare della situazione epidemiologica, se non addirittura il suo peggioramento dovuto alla nuova variante Omicron, continuerà ad avere ripercussioni sul fronte produttivo e occupazionale di questi settori. Peraltro”, prosegue Ivana Veronese, “le importanti novità che saranno introdotte dalla riforma degli ammortizzatori sociali non avranno operatività immediata ed ecco perché servirebbe un breve periodo di transizione. Dunque”, sottolinea ancora la Segretaria confederale della Uil, “riteniamo utile e necessario che, per i settori più esposti alle conseguenze della pandemia, si possa intervenire, per tutta la durata dello stato di emergenza, con una proroga degli ammortizzatori con causale Covid. Si tratterebbe di un periodo di non più di 13 settimane, in continuità e con le stesse limitazioni di quello attuale, per consentire la transizione verso le novità introdotte dalla riforma degli ammortizzatori, proteggendo e salvaguardando esperienza e competenze dei lavoratori in una fase che, purtroppo, resta ancora particolarmente complessa”.
L’appello per l’estensione
Anche la Cgil chiede di intervenire con una proroga degli ammortizzatori con causale Covid almeno fino al 31 marzo. “Una richiesta di ulteriori tredici settimane che abbiamo già avanzato nella nostra proposta di emendamento alla legge di Bilancio”. Per la Cgil infatti “alla luce del perdurare delle difficoltà in alcuni settori produttivi riteniamo necessario continuare a tutelare le lavoratrici e i lavoratori. Pur non ignorando le importanti novità di carattere inclusivo introdotte dalla riforma degli ammortizzatori sociali”, sottolinea la Cgil, “deve essere considerato che quasi certamente la sua operatività non sarà immediata e che potrebbe di conseguenza rendersi necessario, per una sua piena attuazione, un periodo seppur breve, di transizione”.