La transizione ambientale e digitale sono le grandi trasformazioni che le imprese si trovano ad affrontare. “Per farlo, devono diventare più forti, mettendosi in rete, allargando le filiere”. È l’obiettivo del nuovo Presidente della Piccola Industria di Confindustria, Giovanni Baroni, che nel presentare la nuova squadra che lo affiancherà al vertice dell’associazione, ha illustrato i punti chiave del suo mandato.
Nuovo accesso al credito
Secondo il leader delle PMI, per attuare i progetti di transizione ambientale, digitale e le grandi trasformazioni bisogna disporre di risorse destinate agli investimenti e rafforzare il loro patrimonio, “le piccole imprese devono trovare fonti alternative al credito bancario e utilizzare strumenti finanziari ad ampio raggio”, osserva Giovanni Baroni in una intervista al Sole24Ore. Un primo obiettivo che il nuovo Presidente della Piccola Industria di Confindustria, ritiene fondamentale per la sua azione e a brevissimo termine: organizzare entro la prima metà del prossimo anno, le Assise della Piccola, che l’ultima volta si tennero nel 2011 a Bergamo, in abbinamento con le Assise di Confindustria. “Per ascoltare i suoi bisogni, i problemi con cui deve combattere nella vita quotidiana, sul territorio”.
Piccola Industria, nuova identità
Per il neo Presidente “c’è bisogno di un nuovo momento identitario forte, che faccia perno sui nostri valori, per favorire il confronto tra le imprese e con la nuova presidenza. Immagino”, spiega Baroni, “un momento si fisico ma anche una parte digitale, che vada oltre lo streaming e realizzi un dialogo interattivo, per coinvolgere il territorio”.
Pmi pronte al futuro
Sulla trasformazione delle PMI Baroni ha detto: “Le piccole e medie imprese italiane non sono quelle di dieci anni fa. Dopo la crisi del 2008 hanno rafforzato il patrimonio, sono diventate più digitali, più presenti all’estero. Per questo sono riuscite a sostenere la crisi dovuta alla pandemia. Ma ora si trovano”, sottolinea il Presidente della Piccola Industria di Confindustria, “davanti a sfide importanti, a partire dalla transizione ambientale su cui, per realizzare i necessari investimenti, si sono indebitate. È vero che viviamo una fase di crescita dell’economia, ma si tratta di un rimbalzo, con molte ombre, dall’inflazione, all’aumento delle materie prime e dei prezi dell’energia”.
Transizione, tempi da rivedere
“Gli obiettivi sono corretti e li condividiamo, è la modalità e la tempistica per raggiungerli che non sono corrette”, osserva Baroni sulla sfida ambientale e digitale, “La piccola Impresa rischia di pagare il prezzo più alto. Prendiamo la decisione di abolire il motore endotermico entro i 2035: sono moltissime le PMI che lavorano nell’automotive e che si troveranno spiazzate, con la conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro. In un’ottica di investimento il 2035 domani. Bisogna approfondire molti temi prima di prendere decisioni di questa portata e accompagnarle con un piano di politica industriale e di formazione del personale adeguati, perché si creeranno posti di lavoro, ma nel frattempo altri se ne perderanno”.
Digitale, una opportunità
“Di pari passo c’è la trasformazione digitale che”, prosegue Baroni, “ritengo più un’opportunità che una minaccia. Ma serve prima di tutto un salto culturale”, osserva, “perché la trasformazione digitale è velocissima, quindi occorre accelerare sulla formazione e sulle competenze. Formazione in azienda, collegamento tra scuola e lavoro, una comunicazione verso i giovani per rendere attrattive le Pmi come sbocco professionale”.
Legge di Bilancio
Infine sulla legge di Bilancio secondo il Presidente Baroni “non ci sono le misure necessarie alla crescita, anzi, sono stati tolti strumenti che funzionavano. E non c’è nulla per le fasce che hanno sofferto di più: i giovani e le donne”, sostiene, “Sul fisco poi, avevamo proposto di indirizzare tutte le risorse al taglio contributivo del cuneo fiscale, destinandone 2/3 ai Lavoratoti e 1/3 alle imprese, e invece è stata operata una scelta che avrà effetti decisamente minori rispetto alla nostra proposta. Dobbiamo essere messi nelle condizioni di competere per consolidare la crescita: sono le imprese a creare benessere e occupazione e, se crescono le imprese, cresce il paese”.
La nuova squadra
I vicepresidenti Andrea Bonfanti (Innovazione, Ricerca e Sviluppo); Mirko Bragagnolo (Filiere); Antonio Braia (Capitale Umano e Formazione); Teresa Caradonna (ESG e valore sostenibile); Paolo Errico (Innovazione e Transizione Digitale); Pasquale Lampugnale (Economia, Credito, Finanza e Fisco); Mauro Natale (Lavoro e welfare); Giuseppe Ranalli (Economia del mare); Gianluigi Zaina (Internazionalizzazione), Attribuite deleghe specifiche; Alvise Biffi (Cybersecurity); Alberto Biraghi (Logistica e Trasporti); Daniele Diano (Europa); Stefano Francesconi (Transizione Energetica); Paolo Gerardini (Legalità); Renato Goretta (Cultura e Responsabilità sociale di impresa).Completa la squadra Monica Talmelli, direttore de L’Imprenditore.