Subito la riforma strutturale della bolletta elettrica per non “spegnere” le Pmi italiane. È l’appello di Confartigianato, Cna e Casartigiani rivolto al Governo dove si sottolinea come le Pmi Italiane “pagano il prezzo dell’energia più alto d’Europa, superiore del 33,5% rispetto alla media dei Paesi Ue”.
Costi insostenibili
Il paradosso tra consumi e costi che lievitano. “Ai piccoli imprenditori”, sottolineano le tre Confederazioni, “l’elettricità costa 4 volte di più rispetto a una grande industria a causa dell’assurdo meccanismo “meno consumi, più paghi”, applicato agli oneri parafiscali in bolletta e che gonfia del 35% il costo finale dell’energia per le nostre piccole imprese”.
L’appello ad adottare misure per riequilibrare ed alleggerire il costo dell’energia pagato dalle piccole imprese è stato lanciato dai vertici di Confartigianato, CNA, Casartigiani al Governo e al Parlamento durante l’evento dal titolo: “Caro energia: non spegnete le Pmi”.
Richiesta corale
Alla manifestazione Sono intervenuti il presidente di Confartigianato Marco Granelli, la Vice Presidente di Cna Elena Calabria, il vice presidente di Casartigiani Mario Bettini.
Le tre Confederazioni dell’artigianato e delle Pmi hanno presentato un dossier dal quale emergono i pesanti squilibri nella struttura della bolletta energetica che penalizzano i piccoli imprenditori. Il peso degli oneri di sistema è distribuito in maniera sperequata tra le diverse categorie di utenti, poichè non è allineato all’effettivo consumo di energia.
Costi aggiuntivi iniqui
“Le piccole aziende in bassa tensione”, si legge nello studio, “infatti, a fronte di una quota di consumi energetici del 32%, sono costrette a pagare il 49% della componente degli oneri generali di sistema nella bolletta elettrica, pari ad una somma di 4,7 miliardi di euro. In barba al principio ‘chi inquina, paga’, le Pmi devono finanziare la maggiore quota di oneri per le componenti della bolletta dedicate al sostegno delle energie rinnovabili, di categorie come le ferrovie e le imprese energivore, e i bonus sociali”.
“Si tratta”, sottolineano Confartigianato, Cna e Casartigiani, “di una iniqua distribuzione del carico contributivo sugli utenti non domestici che vede le micro e piccole imprese fortemente penalizzato a fronte di consumi energetici contenuti, mentre le utenze industriali in alta o altissima tensione pagano oneri molto bassi nonostante siano responsabili di alti consumi energetici e quindi di alti livelli di emissioni”.
“A questi problemi”, concludono i dirigenti delle tre associazioni, “strutturali si aggiungono i pesanti rincari del prezzo dell’energia che in alcuni casi hanno fatto addirittura triplicare la bolletta delle piccole imprese”.