L’inflazione si rafforza e aumentano le preoccupazioni per l’impatto sui consumi e la ripresa. Dopo la “fiammata” registrata a ottobre, la nuova accelerazione dell’inflazione a novembre: +0,7% mensile e +3,8% annuo, fa segnare il massimo da settembre 2008. Mentre l’inflazione di fondo è al top, riportando le lancette al marzo 2013.
Picco costi energia
“A crescere sono soprattutto e come ormai d’abitudine i prezzi dell’energia (da +24,9% di ottobre a +30,7% a novembre)”, fa presente l’Ufficio Studi di Confcommercio, “ma anche quelli degli alimentari e dei servizi di trasporto, secondo le stime preliminari Istat cominciano a evidenziare tensioni”.
Nel calcolo emerge che l’inflazione acquisita per il 2021 è pari a 1,9% per l’indice generale e a 0,8% per la componente di fondo. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,8% su base mensile e del 4,% su base annua.
Il campanello d’allarme
“I dati sull’inflazione, peggiori rispetto alle nostre stime”, evidenzia Confcommercio “rappresentano un innegabile campanello d’allarme per la ripresa. La tendenza a variazioni dei prezzi al consumo nettamente superiori rispetto alle dinamiche registrate nell’ultimo decennio erano già evidenti da prima dell’estate. Il fenomeno, che molti avevano visto come temporaneo, sta assumendo connotati che difficilmente potranno essere riassorbiti nel breve periodo”.
Materie prime e rallentamenti
La forte spinta proveniente dagli energetici, cui si accompagnano i problemi di scarsità di materie prime e di approvvigionamento lungo alcune filiere, comincia a produrre effetti. “Questa situazione, che non è stata ancora interiorizzata nei comportamenti delle famiglie, rischia di generare già dall’inizio del prossimo anno”, continua l’Ufficio Studi, “un brusco rallentamento delle dinamiche produttive.
Le famiglie, di fronte ad una ridimensionamento del reddito disponibile reale, potrebbero modificare quell’atteggiamento favorevole verso il consumo che ha spinto, come confermato anche nel terzo trimestre, il recupero dell’attività economica”.
“Non va neanche trascurato”, conclude Confcommercio, “il possibile impatto di questa situazione sulla politica monetaria che, nonostante tutte le prese di posizione della Bce, potrebbe a breve diventare meno accomodante”.