giovedì, 21 Novembre, 2024
Politica

Confindustria e sindacati, pressing sul Governo

Taglio Irpef e Irap

Sindacati e Confindustria bocciano il taglio dell’Irpef e la rimodulazione dell’Irap. Se l’accordo politico ha prodotto un significativo alleggerimento carico fiscale per cittadini e imprese, gli industriali e la Cgil non nascondono il loro disappunto. 

In ballo la destinazione degli 8 miliardi previsti nella manovra di bilancio che per i partiti di Governo serviranno a ridurre le aliquote Irpef e diminuire il peso dell’Irap. Dalla Lega al Pd e da Italia Viva ai 5S i partiti rivendicano il lavoro svolto e l’accordo “positivo” raggiunto.

Lo strappo di Confindustria

La critica degli industriali è sferzante e a tutto campo, fino a spingersi in difesa delle famiglie povere che non “avranno nessun beneficio” dalla manovra messa a punto dal Ministero dell’Economia e Finanze.

“La sforbiciata alle aliquote Irpef disperde risorse limitate a soli 8 miliardi, con effetti impercettibili sui redditi netti delle famiglie, soprattutto qualora il taglio fosse finanziato anche da una copiosa eliminazione delle agevolazioni”, rimarca Confindustria, “la soluzione raggiunta non dà certezze che tali benefici potranno essere mantenuti nelle annualità future, non dà alcuna risposta a poveri e incapienti, limita l’intervento sull’Irap alle persone fisiche senza migliorare la competitività delle imprese, non interviene in alcun modo a favore di giovani e donne che hanno più di altri pagato questa crisi”.

Imprenditori risentiti

L’irritazione di Confindustria diventa poi polemica aperta contro la decisione del Mef di togliere gli altri incentivi a sostegno delle attività produttive.

“Se lo sommiamo agli errori sin qui compiuti”, osserva la nota di Confindustria “sulla revoca di importanti agevolazioni, quali il Patent Box e la rivalutazione e il riallineamento dei valori patrimoniali degli asset d’impresa, e al calo pluriennale degli incentivi Industria 4.0, significa inequivocabilmente non tenere in alcuna considerazione le imprese che garantiscono l’occupazione e stanno trainando la ripresa”

Cgil e Uil all’attacco

Il segretario della Cgil, Maurizio Landini avanza dubbi e ricorda come l’accordo tra i partiti non abbia avuto una legittimità in Parlamento e dai sindacati.

“L’accordo con noi non è ancora stato trovato”, rimarca il leader della Cgil, “noi pensiamo che gli 8 miliardi dovrebbero andare tutti ai lavoratori dipendenti e pensionati e non è il momento, questo, momento dell’Irap”. A rincarare la dose di critiche anche Domenico Proietti segretario confederale della Uil, che commenta: “Il taglio delle tasse previsto dalla legge di Bilancio deve essere realizzato attraverso un aumento delle detrazioni per lavoratori dipendenti e pensionati. Solo in questo modo, come sottolineato anche dalla Banca d’Italia, si avrà un risultato significativo per milioni di italiani. L’ipotesi che circola in queste ore di una revisione delle aliquote e degli scaglioni Irpef non risponde a questa esigenza“.

Industriali e sindacalisti uniti

C’è una richiesta oltre al disappunto che accomuna Confindustria e sindacati quella di essere ricevuti ed essere ascoltati dal Governo.

Vogliamo sperare che il Mef e il Governo tutto si renda conto di quanto sta accadendo e convochi al più presto congiuntamente le parti sociali, così come più volte richiesto”, sottolinea Confindustria, che pone altre osservazioni critiche, “L’intervento in legge di bilancio dovrebbe concentrarsi sulle vere priorità capaci di generare aumenti stabili del Pil, gli unici in grado di garantire la sostenibilità del nostro debito pubblico ed evitare futuri prelievi sui contribuenti ben più onerosi dei benefici che oggi si concedono”. Per i sindacati non c’è stato confronto di merito e, comunque, Cgil, Cisl e Uil, non permetteranno di essere stati esclusi da una scelta così importante. La dichiarazione del leader della Cgil, Landini è lapidaria: “Noi siamo ancora in attesa di una convocazione”.

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