venerdì, 27 Dicembre, 2024
Ambiente

Cop26 che fine hanno fatto i carburanti fossili?

Nella prima bozza del documento finale della Cop26 spariscono le parole legate ai carburanti fossili grazie alle pressioni della Arabia Saudita, mentre Nancy Pelosi ricorda che le donne sono “colpite in modo sproporzionato dagli impatti del riscaldamento globale”

Alla Cop26 sul clima un gruppo di 50 Paesi si è impegnato a sviluppare sistemi sanitari resistenti al cambiamento climatico e con basse emissioni di carbonio, 14 a raggiungere zero emissioni nette entro il 2050. L’accordo è stato sottoscritto nell’ambito del Programma Salute della Cop26, una partnership fra Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Unfccc, Governo britannico e altre organizzazioni del settore. Un altro bersaglio centrato, dopo il Patto per l’uscita dal carbone di giovedì scorso, al quale si sono sottratti solo i grandi inquinatori, Cina, India e Russia. Ma a Glasgow si respira tutt’altro che aria di serenità. A pochi giorni dalla fine del summit internazionale già circola la prima bozza del documento politico finale, in cui non vengono mai citati i combustibili fossili.

L’Arabia Saudita fa sparire i combustibili fossili dal documento finale

La bozza, diffusa nella notte dallo stesso presidente Alok Sharma, riassume gli obiettivi da raggiungere ormai noti, come la Net Zero (economia a emissioni zero) entro il 2050 voluta dalla UE e dagli Stati Uniti, la necessità di aumentare urgentemente i flussi finanziari per sostenere i Paesi in via di sviluppo ed esprime preoccupazione perché l’obiettivo del fondo per il clima da 100 miliardi di dollari (annui) non è stato ancora raggiunto. Ma le parole carbone, gas e petrolio non compaiono mai esplicitamente. A far eliminare dalla dichiarazione finale le parole legate ai carburanti fossili pare ci abbia pensato l’Arabia Saudita, forse grazie ai quei lobbisti che ieri la BBC denunciava essere presenti in numero quasi superiore ai delegati dei Paesi partecipanti.

In programma una seconda bozza

Alok Sharma, ha ammesso che “il divario” tra i Paesi “si è ridotto”, ma che esiste ancora una montagna da scalare prima di raggiungere un vero accordo. La transizione verso un’economia ecosostenibile è “tecnologicamente possibile ed economicamente allettante, e sta accelerando ovunque”, ha aggiunto il presidente della COP26, che anticipa la pubblicazione di una seconda bozza del documento politico, nel tentativo di raggiungere un’intesa su un testo finale prima della chiusura di venerdì pomeriggio.

Gli accordi di Parigi sono insufficienti

A incupire gli animi anche le rivelazioni della coalizione Climate Action Tracker (CAT), la più rispettata coalizione scientifica indipendente sulle analisi per il clima, che ha annunciato che le temperature aumenteranno di 2,4 gradi entro la fine del secolo. I dati, annunciati alla Cop26, sono basati sugli obiettivi di breve termine che i diversi Paesi hanno dichiarato a Glasgow. Con questo aumento si prevedono condizioni meteo estreme, l’aumento dei livelli dei mari, siccità, alluvioni, ondate di caldo e temporali devastanti. La speaker della Camera degli Stati Uniti, Nancy Pelosi, ha messo l’accento sulla necessità di particolari tutele nei confronti delle donne che sembrerebbero le più colpite da queste calamità. Un rapporto del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite ha, infatti, stimato che l’80% degli sfollati a causa del cambiamento climatico è proprio donna. Per questo il pacchetto di misure da 1.850 milioni di dollari incentrato su salute, famiglia e cambiamento climatico messo in campo dell’amministrazione Biden riflette l’obiettivo di “ricostruire meglio con le donne”, ma attualmente il disegno di legge è bloccato al Congresso.
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