“Quando parliamo di reputazione personale viene naturale pensare a qualcuno che va in giro a raccontare quanto sia bravo e capace. Invece abbiamo analizzato tanti casi e siamo andati a vedere i principali studi scientifici sull’argomento: ci dicono che è un lavoro che alimenta la propria comunità di riferimento. Riescono a costruire reputazione personale quelle persone capaci di condividere sapere con la loro comunità che, a quel punto, le riconosce autorevoli su un certo argomento”.
Lo ha detto Gianluca Giansante, socio di Comin & Partners e docente di comunicazione alla Luiss Guido Carli, che in un’intervista all’Italpress ha presentato il suo libro “Tu puoi cambiare il mondo”, scritto con Gianluca Comin ed edito da Marsilio. Il libro affronta il tema della reputazione personale superando alcuni luoghi comuni. Uno di questi, ha spiegato, è “che in qualche modo si pensa che chi vuole alimentare la propria reputazione personale lo faccia per promuovere il proprio talento e il proprio nome. In realtà è possibile lavorare sulla propria reputazione personale ma metterla anche al servizio della crescita di un’azienda, di un cambiamento culturale, della condivisione del sapere. Greta Thunberg – ha continuato – ha usato la sua reputazione personale per accendere i fari sul tema del cambiamento climatico. Utilizza la propria notorietà non per avere una visibilità fine a sé stessa ma per sensibilizzare prima milioni di giovani nel mondo e poi i potenti della Terra. Greta Thunberg – ha aggiunto – fa tutto questo non perché abbia in testa l’obiettivo di avere una propria reputazione personale: ha cominciato perché aveva un obiettivo più alto, quello di far sì che tutte le persone facessero la propria parte rispetto al clima. Ha cominciato da sola, non per essere leader di un gruppo ma perché ci crede e vuole un cambiamento concreto. Le reputazioni migliori, a volte, si costruiscono non quando si vuole avere visibilità ma quando si ha un obiettivo più alto”. Nel libro vengono analizzati casi di successo, dalla regina Elisabetta a Tim Cook, da Elon Musk a Papa Francesco, ma anche Bebe Vio e Francesco Totti. “Sono casi molto diversi ma se dovessi utilizzare una parola che li accomuna è ‘autenticità'”, ha spiegato. “La regina Elisabetta ha deciso di dedicare la propria vita a servire la corona e il popolo britannico e questo emerge in ogni azione che fa. È questo il motivo della sua popolarità, nonostante quello che la sua famiglia ha affrontato negli ultimi anni. Papa Francesco – ha aggiunto – ha una storia per certi versi analoga, con l’umiltà che in qualche modo prevale. Francesco Totti, invece, ha l’autoironia. In tutti i casi c’è una corrispondenza tra il ruolo di queste persone e il modo in cui viene interpretato”. Si tratta, quindi, di “un libro che si rivolge a tutti”, ha spiegato.