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Il mondo è più piccolo. L’Italia è tornata

lunedì, 1 Novembre 2021
1 minuto di lettura

Il G20 di Roma passerà alla storia per aver reso il mondo più piccolo. L’accordo sul clima, insieme a quello sulla global minimum tax e sulla salute come bene comune, segnano un passo avanti mai visto verso il governo comune e non conflittuale dei più gravi problemi mondiali. Il multilateralismo è la cornice e lascia ben sperare in un futuro in cui la cooperazione torni ad essere prevalente rispetto alle mire egemoniche di singoli Paesi.

Che merito ha l’Italia in tutto questo?

L’esito dei vertici internazionali dipende molto da come vengono preparati e gestiti dal Paese che li ospita e li organizza. Draghi aveva dato un input preciso: il G20 doveva puntare sul clima e cercare un accordo a tutti i costi, con pazienza e capacità diplomatica, evitando una rottura che sembrava inevitabile, viste le posizioni di Cina, India e Russia. E così è stato. Il lavoro dell’Italia è stato facilitato dalla sintonia di Draghi con Joe Biden, che ha ribaltato l’impostazione di Trump, unilateralista e negazionista del cambiamento. Il Presidente Usa ha riavvicinato le due sponde dell’Atlantico, ha cancellato i dazi su acciaio e alluminio ha aperto una pagina nuova sulla storica e indispensabile collaborazione tra Usa e Ue.

L’Italia può essere orgogliosa di aver saputo tessere la delicata tela che ha portato agli accordi. Il prestigio del nostro Paese risulta accresciuto, l’autorevolezza personale di Draghi ha avuto un unanime riconoscimento. Tutto questo dà all’Italia un ruolo rilevante nello scacchiere mondiale che va saputo valorizzare e va tradotto in azioni concrete. Erano decenni che il nostro Paese non riusciva a scrollarsi di dosso l’etichetta di potenza di serie B incapace di essere protagonista. Dopo la Brexit, con un’Europa senza Merkel e verso la fine della presidenza Macron, l’Italia di Draghi può essere leader nel Vecchio continente e anche nel salotto buono delle grandi potenze. La politica non vanifichi, per miseri calcoli di bottega, questo momento magico della storia italiana.

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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