Il teatro è da sempre spazio di socialità, un luogo dove infiniti mondi vengono raccontati, opposte storie si intrecciano, e lo spettatore può guardare da diverse angolazioni i più disparati aspetti della realtà.
Un’esperienza stimolante che muove alla costruzione di sé e della relazione con l’altro.
La visione del teatro come momento di crescita e di cura, determinante per lo sviluppo della comunità, pone interrogativi sulla capacità di intercettare il pubblico.
Le Università sono per antonomasia fucine per la mente, ed è proprio chiedendosi “Cosa vuol dire essere uno spettatore teatrale oggi? Perché è così difficile, soprattutto per un giovane, avvicinarsi e partecipare ad un accadimento teatrale?” che è nato il progetto Audience Revolution, in programma dal 15 ottobre al 12 dicembre presso il Teatro Palladium di Roma.
Nuova comunità: la forza del teatro
L’iniziativa, promossa dalla Fondazione Roma Tre Teatro Palladium, realizzata con il sostegno del MiC e con la direzione artistica di Alessandra De Luca, si concretizza in un percorso laboratoriale e di incontri articolato attorno a quattro spettacoli.
Audience Revolution nasce con l’intento di creare una relazione tra le nuove generazioni di spettatori – e non solo – l’istituzione teatro e gli artisti, perché essere spettatori, oggi più che mai, permette di superare “una sempre più dominante e rischiosa predisposizione all’isolamento sociale; vincere la seduzione esercitata dalla rassegnazione; educarsi all’apertura verso l’altro”. In un contesto come quello attuale, dopo quasi due anni di contingentamento, la riapertura l’11 ottobre delle sale con capienza al 100% è sicuramente un traguardo, che però non segna la vittoria di una sfida difficile: riempire i teatri.
Un obiettivo che però è importante prefiggersi e su cui bisogna investire per realizzare un nuovo tipo di comunità, “di cui gli spettatori, e ancor di più i giovani spettatori, sono parte fondante; esercitare lo sguardo criticamente e i propri sensi alla comprensione. Ed è questo uno sforzo che assume nel nostro tempo un valore quasi rivoluzionario. Rivoluzione che risiede da sempre nei corpi di chi un certo tipo di teatro lo fa, ma non meno negli occhi di chi, dalla platea, guarda gli infiniti mondi proposti dalla scena e non smette di porsi delle domande”.
Audience Revolution: gli appuntamenti
Audience Revolution si apre, il 15 ottobre con la prima romana di “Pandora”, con la regia di Riccardo Pippa, presentato in prima nazionale alla Biennale di Venezia. Lo spettacolo è della compagnia Teatro dei Gordi, vincitrice del premio Anct 2020 e Premio Hystrio-Iceberg 2019.
Un lavoro che supera le barriere linguistiche e si affida al gesto per parlarci, da una location inusuale che “è per eccellenza il luogo dove, per questioni culturali e di igiene, la presenza fisica dell’altro, la vicinanza, si avvertono in modo più problematico”: il bagno pubblico.
Si prosegue, il 4 novembre, con “TVATT Teorie violente aprioristiche temporali e territoriali”, uno spettacolo ideato da Luigi Morra liberamente ispirato a “East” e “West” di Steven Berkoff. Una sorta di esperimento performativo che, tra il comico e il grottesco, si innesta su una tipologia di violenza, “quella primordiale, scovata nel quotidiano, che spesso agisce come un’esperienza piena di significati”.
Il 13 dicembre sarà la volta di “Fratto_ X”, di Flavia Mastrella e Antonio Rezza. “Due persone discorrono sull’esistenza”, il lavoro è “un impeto da suggestioni fotografiche. Le immagini raccontano la strada che corre e l’impossibilità di agire”.
A chiudere il progetto, il 12 dicembre, lo spettacolo vincitore del bando In Viva Voce promosso da Atcl Lazio, “Parlami Terra”, da un’idea di Federica Migliotti. Il racconto del sogno di Gaia che viene “ri-svegliata dalla madre di tutte le madri, la Madre Terra”.