Mettiamola così. Se dico ai miei figli di comportarsi bene, essere ordinati e gentili con il prossimo, ma poi io faccio tutt’altro, è perfettamente inutile che alzi la voce. Mancando il mio esempio è difficile che possano seguirmi. Cosa vedono? Da dove prendono ispirazione?
Per cui, senza fare la morale a nessuno perché chi è senza peccato scagli la prima pietra, se predichi bene e razzoli male c’è un problema di leadership, quindi di credibilità. Con un esempio: se impieghi la tua vita a mandare il messaggio che qui non passa lo straniero, qualsiasi costui sia considerato come tale, e poi ti contraddici nei fatti, beh il punto diventa molto più rilevante delle questione penale, in cui nessuno deve entrare. La questione sta ben a monte.
Peggio ancora se prometti e poi non dai seguito alle tue promesse. Perciò non può destare meraviglia se le periferie, nel momento in cui possono davvero dire la loro legittimando un potere, abbandonano al proprio destino coloro i quali quel potere hanno fino ad allora gestito e da cui si sono sentiti abbandonati. Mi sembra un ragionamento telefonato.
Potremmo proseguire un bel po’ ma, insomma, il tema è la credibilità. La stessa che sta rendendo così complesso impostare il ragionamento su come avviarci verso la transizione energetica. Tutto ciò nonostante il tempo sia sempre meno e, secondo i dati di Digiday, una testata leader nel mondo del marketing, le agende dei media di tutto il mondo mettano in testa proprio il cambiamento climatico.
Ma c’è di più. PricewaterhouseCoopers, una delle più grandi società di consulenza, ha recentemente condotto una ricerca che ci dice che il sentimento delle persone verso i temi della sostenibilità ambientale, del cambiamento climatico, della decarbonizzazione eccetera sia molto negativo sui social media con punte che superano il 70%, soprattutto se il tema è trattato dalle aziende. Tradotto, 3 persone su 4 non ci credono, nonostante vogliano per davvero una società inclusiva e più giusta.
Perciò mi sono venute in mente le parole di una esperta di marketing, Michelle Carvill, che nel suo ultimo libro sul marketing sostenibile ha detto qualcosa del tipo: è perfettamente inutile che un’azienda dica di essere sostenibile quando, per esempio, al suo interno non fa nemmeno la raccolta differenziata. È una questione di coerenza. In altri termini, come direbbe Totò, ‘cca nisciuno è fesso! Ovvero, ti credo la prima volta. Poi però, se predichi bene e razzoli male, smetto di farlo. E questo è il problema.