“Dio il Signore fece cadere un profondo sonno sull’uomo, che si addormentò; prese una delle costole di lui, e richiuse la carne al posto d’essa. Dio il Signore, con la costola che aveva tolta all’uomo, formò una donna e la condusse all’uomo” questo il passo della Bibbia dedicato alla creazione del genere femminile; che pare quasi subire una sorta di ribaltamento – seppure contrario, in tutti i sensi – perché in Afghanistan i talebani distruggono, anziché creare: le donne per prime e adesso l’identità interiore ed esteriore anche degli uomini. Infatti Kabul rende noto l’entrata in vigore dell’editto che vieta a tutti gli uomini il taglio della barba.
VIETATO IL TAGLIO DELLA BARBA
Da pochi giorni la promulgazione dell’editto nella provincia meridionale di Helmand, tramite la sezione regionale del ministero della Promozione della Virtù e la Lotta contro il Vizio: «Chiunque viola le nuove regole verrà punito e non avrà il diritto di protestare» – in seguito al quale i barbieri hanno subito il precipuo ordine di non tagliare e nemmeno accorciare la barba dei loro clienti. Quelli che per il momento a Kabul assumono soltanto l’aspetto di ragguagli densi di aggressività “presto diventeranno ordini” imperativi, secondo i cittadini “potrebbero tornare a frustare pubblicamente chi disobbedisce”.
LA RESISTENZA DELLE DONNE ANCHE PER GLI UOMINI
La legge tanto restrittiva è in vigore nel territorio delle regioni pashtun: quelle dove un trentennio fa nacque il movimento talebano – il resto dell’Afghanistan, dagli ultimi vent’anni meno costretto nelle rigide imposizioni, trema nel timore dell’estensione della legge all’intera popolazione. E mentre alle donne da un mese a questa parte – dalla presa di Kabul – è vietato lavorare, come frequentare la scuola (eccetto quella elementare), avanzano le insostenibili e brutali restrizioni anche per la popolazione maschile: quasi come fossero loro, adesso, le costole delle donne afghane; pronti forse a rinascere anch’essi dalla ribellione femminile già iniziata.