mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Lavoro

Formazione per giovani e imprese. Confesercenti: servono nuove competenze

Una formazione che coinvolga lavoratori e titolari di impresa. È l’idea della Confesercenti perché a giudizio della Confederazione serve una riforma del lavoro: “che sia realmente capace di generare l’incontro tra
domanda ed offerta”.

“La formazione è la base da cui partire”, scrive la Confesercenti, “ma va prevista una forte incentivazione anche di misure a sostegno di percorsi formativi degli imprenditori: sarebbe un grave errore non prevedere uno strumento di formazione continua dedicato ai lavoratori autonomi e ai titolari delle imprese”.

Le nuove competenze Lo Stato per la Confesercenti deve incentivare la formazione dei lavoratori, prevedendo una riduzione del costo delle ore dedicate alla crescita professionale. “La transizione digitale richiede formazione e risorse per il rafforzamento delle competenze digitali sia di lavoratori che imprese”, sostiene la Confederazione che chiede come il ‘Fondo nuove competenze’, che ha dato supporto alle riconversioni dei lavoratori delle piccole e medie imprese, sia rifinanziato.

Formare i giovani

Le nuove sfide sono innovazione e crescita, per questo la Confesercenti preme perché siano coinvolti in questo progetto le nuove generazioni “La formazione è essenziale anche per i giovani. Il nostro paese vive il paradosso”, prosegue la Confederazione, “di avere allo stesso tempo alti livelli di disoccupazione giovanile ma anche difficoltà da parte delle imprese a reperire, tra questi, professionalità adeguate. Vanno quindi sostenuti e rafforzati tutti gli strumenti che coniugano formazione e lavoro, come alternanza scuola-lavoro, apprendistato per la qualifica e il diploma professionale”.

Pubblico/Privato in sinergia Sul fronte del collocamento, la Confesercenti prevede una integrazione pubblico e privato. “Temiamo che la sola azione dei centri dell’impiego rischi di produrre risultati
inefficaci”, sottolinea la nota, “Serve una maggiore sinergia pubblico-privato, ed un effettivo accompagnamento del lavoratore alla ricollocazione dopo un licenziamento, così come occorre completare il percorso di digitalizzazione dell’incrocio domanda è offerta di lavoro.

Per arrivare al risultato”, conclude la Confesercenti, “riteniamo auspicabile un maggior coinvolgimento delle associazioni e dei sindacati: il libretto elettronico del lavoratore, il patto di servizio, le varie forme di condizionalità e le offerte di lavoro resteranno sulla carta sino a quando non ci sarà un coinvolgimento delle parti sociali, che possono avere un ruolo fondamentale soprattutto sulle attività di orientamento”.

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