Riprende il confronto con le Regioni della Federazione degli ordini delle professioni infermieristiche. Durante un incontro in videoconferenza tra i vertici della Federazione, il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, il coordinatore della Commissione Salute Raffaele Donini, assessore alla salute dell’Emilia Romagna e il responsabile per le Regioni del Comitato di settore Davide Caparini, assessore al Bilancio della Lombardia, sono stati illustrati dalla FNOPi i principali argomenti su cui le Regioni hanno dato la loro disponibilita’ e hanno accolto le proposte della Federazione, che rappresenta gli oltre 456mila infermieri iscritti agli ordini provinciali, con la massima attenzione politica. I temi centrali sono stati le specializzazioni infermieristiche e le carenze di organico della professione (ormai a quota 60mila) e legata a queste la necessita’ di rivedere il copro docenti universitario perche’ a formare gli infermieri siano gli infermieri.
Oggi la professione infermieristica che negli Atenei e’ la piu’ numerosa ha un numero troppo basso di docenti-infermieri e in attesa che si provveda tramite legge dello Stato e’ possibile pensare di strutturare il corpo docenti MED/45 nel sistema universitario per l’insegnamento ai corsi delle professioni sanitarie che sono quelli con il maggior numero di iscritti rilevando a oggi un rapporto docente/studenti di circa di 1:1.350 (verso, ad esempio un rapporto di 1:6 per il CdS in Odontoiatria). Per quanto riguarda la carenza, grazie anche al Recovery Plan che stanzia risorse importanti proprio per implementare le cure di prossimita’ e che fa esplicito riferimento a strutture come gli ospedali di comunita’ a gestione infermieristica o alle Case di comunita’ dove gli infermieri hanno notevole peso e anche alle centralo operative territoriali, il cui coordinamento andra’ affidato in base ai veri bisogni emergenti della popolazione, il Governo – con lo stimolo delle Regioni – puo’ introdurre tutte le misure per potenziare gli organici infermieristici e per stabilizzarne l’inquadramento contrattuale: oggi la media degli infermieri per mille abitanti e’ di circa 5,7, mentre nei paesi dell’OCSE supera 8,5.
Le leve su cui agire per l’implementazione degli organici, illustrate dalla FNOPI alle Regioni e da queste recepite, sono prima di tutto quelle della rideterminazione del fabbisogno formativo – che gia’ per il prossimo anno accademico le stesse Regioni hanno indicato piu’ alto dei posti messi a bando dal MUR di quasi 7mila unita’ -, la ridefinizione dello staffing (organizzazione del personale) con standard adeguati. E un occhio particolare ci vorra’ nel contratto dove Comitato di settore e sindacati dovranno trovare le giuste strade per implementare e dare risposte alle varie previsioni che incidono sulla progressione di carriera e sulla retribuzione. “I responsabili delle Regioni – ha detto la presidente FNOPI, Barbara Mangiacavalli – hanno dimostrato particolare attenzione e condivisione nei nostri confronti e ora si dara’ il via a una serie di incontri per la definizione delle singole problematiche”.